Cultura

L’attività dell’ufficio mira a sostenere lo sviluppo di un sistema culturale fondato sulle sinergie tra enti, istituti, associazioni e circoli, volto a favorire la produzione della cultura, la promozione di eventi, la valorizzazione dei beni culturali. Le attività culturali, inoltre, sono promosse mediante la concessione del patrocinio dell'Amministrazione comunale, coadiuvata dall’offerta di strumenti di formazione e approfondimento culturale nonché la promozione di corsi, anche per il tramite della Biblioteca comunale. Per quanto riguarda la programmazione culturale annuale, accanto ai tradizionali appuntamenti con Roncadellestate, la rassegna di teatro dialettale e le iniziative nell’ambito delle festività natalizie, si organizzano cicli di proiezioni di opere cinematografiche e si promuovono mostre di artisti locali. Alle iniziative suddette si sommano le proposte delle varie associazioni culturali presenti sul territorio, nei confronti delle quali il Comune svolge un ruolo di coordinamento e promozione, anche con erogazione di contributi a sostegno dell'attività svolte dalle stesse.

 

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Cultura e Sport



Giornata Internazionale dei diritti umani e alla Marcia della Pace di Assisi - 10 dicembre 2023
Ufficio: Cultura e Sport

 

 

Il 10 dicembre 2023 è un giorno speciale. Quel giorno, in tutto il mondo, sarà celebrato il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948-2023), la Carta più importante del mondo, scritta dopo due guerre mondiali e 70 milioni di morti per dire basta a tutti gli atti di barbarie e spingere l’umanità sulla via della pace

 

L’Amministrazione comunale di Roncadelle, dopo aver aderito all’appello dei giorni scorsi promosso dal Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani , si fa promotrice dell’iniziativa promossa da un ampio cartello di associazioni e enti locali per affermare con determinazione la propria contrarietà alla guerra anche partecipando alla Marcia della Pace che si svolgerà ad Assisi il 10 dicembre.

Ufficio: Segreteria

Brevi note biografiche di personaggi roncadellesi (di nascita o d’adozione) che hanno dato un contributo significativo all’evoluzione della vita comunitaria locale nell’ambito educativo-culturale, socio-economico, sanitario, assistenziale, artistico o sportivo.

Don Faustino Agosti– Parroco di Roncadelle dal 1660 al 1696.

Nato a Brescia nel 1632 da famiglia benestante, divenne sacerdote e, a soli 28 anni, fu chiamato a guidare la comunità cristiana di Roncadelle, che in quel periodo stava uscendo da un lungo periodo di oppressioni e violenze imposte dai signorotti locali. Ricordato da un’iscrizione sotto il suo ritratto (conservato in parrocchia fino a pochi decenni fa) per “l’integrità morale, la carità cristiana e la sollecitudine pastorale”, don Faustino scelse di vivere in comunità con i suoi collaboratori diretti e seppe interpretare l’ansia di rinnovamento morale della popolazione locale.

Oltre ad ingrandire ed abbellire la chiesa di S. Bernardino, egli provvide infatti a ricostruire la comunità sulla base dei comuni valori cristiani ed a migliorarne le condizioni di vita.

Istituì una scuola parrocchiale per fanciulli (la prima di cui si abbia notizia a Roncadelle) e il suo impegno pastorale puntò molto anche sull’istruzione religiosa. I dati sull’incremento della partecipazione alla vita comunitaria e il diffuso apprezzamento nei confronti della sua guida spirituale, stanno a testimoniare la validità del suo impegno. Né bisogna trascurare l’aiuto, anche economico, che egli seppe offrire alla popolazione più indigente. Un suo lascito testamentario alla parrocchia consentì, oltretutto, alla popolazione locale di alleggerire il contributo finanziario che si era impegnata a versare annualmente per la manutenzione della chiesa e dei sacerdoti. Morì nel 1696 tra il compianto generale. 

 

Berardi Maria

Berardi Maria – Benefattrice con proprietà a Roncadelle.

Figlia di Francesco Berardi, banchiere bresciano e sindaco di Roncadelle dal 1871 al 1884, nacque a Brescia nel 1881. Nel 1896, alla morte del padre, ne ereditò le sostanze insieme alla sorella Zelmira. Donna di profonda religiosità, stabilì un legame costante con la comunità parrocchiale di Roncadelle; le sue generose offerte contribuirono a realizzare nuove opere e ad assistere i bisognosi.

Sposata all’avvocato Bonaventura Manzoni ebbe tre figli maschi, che non le sopravvissero: Giorgio (1903) morì ancora giovane, mentre frequentava l’università; Silvio (1906), diventato avvocato come il padre, morì a 43 anni; Giulio (1905), ingegnere edile (è suo il progetto della Casa del Fascio di Roncadelle, ora Centro Civico) morì nel 1954 senza figli.

Il marito era deceduto nel 1936. Rimasta sola e senza eredi, la sig.ra Berardi decise di destinare le sue proprietà ad un’opera benefica e si orientò verso il problema dell’assistenza agli anziani meno fortunati. Nel testamento del 1964 destinò la parte più consistente dei suoi beni di Roncadelle e di Brescia all’istituzione di un “Ricovero per vecchi ed invalidi” in memoria dei suoi cari, stabilendo che fosse il parroco pro-tempore di Roncadelle a provvedere all’erezione in Ente Morale e alla gestione del “ricovero, che si dovrà aprire nella mia casa in Roncadelle”. Dopo la sua morte, avvenuta pochi mesi dopo, il parroco don Carlo Vezzoli avviò le pratiche per realizzare la volontà della benefattrice e in seguito don Amilcare Gatelli completò l’opera: la Casa di Riposo “Berardi-Manzoni”, predisposta per ospitare 50 anziani, venne aperta nel 1974.

 

Braghini Eugenio

Braghini Eugenio– Nato a Brescia nel 1913, lavorò alle dipendenze dello stabilimento industriale S. Eustacchio come operaio specializzato e aderì al Partito Socialista.

Come sindaco di Roncadelle, guidò la comunità locale dal 1953 al 1960 impegnandosi a realizzare l’edificio delle scuole elementari, di cui il paese aveva estrema necessità, e a migliorare le condizioni sanitarie del paese. Durante la sua sindacatura venne aperta la prima farmacia a Roncadelle. È morto nel 1981. Nel 1984 gli è stata dedicata una via del paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dott. Cismondi

Pietro

Dott. Cismondi Pietro – Medico condotto a Roncadelle dal 1861 al 1885.

Nato a Breno nel 1821, nel 1861 fu nominato medico condotto a Roncadelle, dove fu molto apprezzato per l’infaticabile e generosa opera di assistenza prestata soprattutto nei confronti dei poveri.

La notte del 6 aprile 1885 perse tragicamente la vita, travolto da un treno mentre attraversava il passaggio a livello della ferrovia Milano-Venezia presso la Mandolossa.

La sua morte provocò intensa commozione in tutta la comunità locale, che gli riservò “splendidi funerali, quali meritavano la sua pietà ed il suo zelo” e l’Amministrazione comunale nel 1905 gli intitolò una via del paese.

La moglie Lucia Mussetti volle ricordarne la memoria destinando, pochi anni dopo, una generosa somma all’istituzione dell’asilo infantile di Roncadelle in memoria del marito.

 

 

 

 

 

 

 

 

Don Contessa

Giacomo

Don Contessa Giacomo – Parroco di Roncadelle dal 1927 al 1944.

Nato a Marcheno nel 1895, fu ordinato sacerdote nel 1918. Come curato a S. Vigilio di Concesio (allora parrocchia autonoma) conseguì il diploma di maestro, organizzò attività culturali, la banda musicale, le scuole serali, una cooperativa, affiancò la cattedra ambulante di agricoltura e fu vicino alle lotte contadine, tanto da essere chiamato “il migliolino”, ossia seguace del sindacalista Miglioli. Mentre il consenso al fascismo andava crescendo, egli rimase una bandiera contro il regime, tanto da essere stigmatizzato dall’avvocatura generale della Procura. In particolare, gli venne imputato di aver boicottato varie iniziative fasciste locali, fino a far soverchiare col suono delle campane la voce degli oratori durante i comizi fascisti. Nel 1927 venne nominato parroco di Roncadelle, dove svolse il suo ruolo di guida spirituale con instancabile attivismo. Diede nuovo impulso alle associazioni religiose della parrocchia (Compagnia di S. Luigi, Figlie di Maria, Unione Madri cristiane, Confraternita del Sacro Triduo, Azione Cattolica) e alle strutture esistenti: Oratorio con un salone teatro e cinque aule di catechismo, ampliamento della chiesa, costruzione della nuova canonica. Nel 1933 fu insignito della Croce di Cavaliere della Corona. Nel 1944 divenne prevosto a S. Maria Calchera in città, dove fornì l’assistenza religiosa anche ai carabinieri di piazza Tebaldo Brusato. Morì nel 1966 ed è stato sepolto nel suo paese natale. 

 

 

 

    

Ins. Fantoni Alice

Ins. Fantoni Alice – Maestra a Roncadelle dal 1901 al 1941.

Figlia primogenita di Luigi Fantoni e Maria Facchini, nacque a Stresa nel 1884 e si trasferì con la famiglia a Roncadelle nel 1890. Dal padre, maresciallo dei carabinieri, apprese il rigore morale e un forte senso del dovere, che ne caratterizzarono sempre il comportamento.

Abilitata all’insegnamento dal 1901, fu la prima maestra dell’asilo infantile “Pietro Cismondi”.

Dal 1905 insegnò nelle scuole elementari di Roncadelle. Dopo 40 anni di insegnamento fu insignita di medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione. Dal 1945 al 1959 presiedette il Consiglio d’amministrazione dell’asilo infantile. Ha vissuto da nubile, insieme alle sorelle, nella casa con brolo in via Roma (costruita nel 1900) fino alla morte, sopraggiunta nel 1973.

 

 

 

 

 

Ins. Galbiati Rosa

Ins. Galbiati Rosa – Maestra a Roncadelle dal 1897 al 1937 e benefattrice.

Nata a Brescia nel 1873, ottenne l’abilitazione all’insegnamento e nel 1897 venne assunta come maestra elementare a Roncadelle, dove nel 1913 sposò l’oste Carlo Facchinetti.

Nel 1916 ebbe una figlia, Caterina, morta pochi mesi dopo. Quella perdita segnò profondamente Rosa Galbiati, anche perché l’età avanzata non le consentì di mettere al mondo altri figli e riversò il suo amore materno sui bambini del paese.

Nel 1937, dopo 40 anni di insegnamento, venne insignita di medaglia d’oro dal Ministero dell’Educazione Nazionale.

Fu a lungo “patronessa” dell’Asilo infantile “Pietro Cismondi”, cui lasciò in eredità la propria abitazione quando morì nel 1943.

L’Amministrazione comunale nel 1961 le ha intitolato una via del paese.

 

 

Gasperi  Vincenzo

Gasperi Vincenzo – Calciatore roncadellese.

Nato a Roncadelle nel 1937, cominciò a giocare a calcio nella squadra locale. Segnalato al Brescia da un osservatore, frequentò le formazioni giovanili delle “rondinelle” ed esordì nel Campionato 1955/56, in serie B, nel ruolo di centrocampista giocando 15 partite e segnando due reti. La stagione seguente lo vide esordire in serie A con i rossoblu del Bologna. Giocò poi nella Spal, nel Padova, nell’Atalanta, per approdare nel 1961 alla Lazio, dove rimase cinque anni contribuendo a riportare la squadra biancoceleste in serie A. Dopo un brutto infortunio, nel 1966 fu ceduto al Varese e ritornò protagonista facendo raggiungere la serie A anche a quella squadra. Poi, a causa delle condizioni fisiche precarie, venne ceduto al Modena ed infine alla Vis Pesaro in serie C. Ha giocato complessivamente 193 partite in serie A, nel ruolo di difensore o centrocampista, segnando 5 reti, 114 gare in serie B (4 reti) e 49 in serie C. Ha disputato anche una partita in Nazionale Under 23 nel 1959 contro la Spagna e 9 gare in Coppa Italia. Talentuoso e determinato, era conosciuto come giocatore affidabile e leale. Dai compagni di squadra era soprannominato “garibaldino”. Dopo una lunga carriera di allenatore di squadre dilettantistiche, è morto a Monte S. Pietro (Bologna) nel 2003.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Don Gatelli Amilcare

Don Gatelli Amilcare – Parroco di Roncadelle dal 1967 al 1998.

Nato a Mompiano (BS) nel 1923, entrò in seminario nel 1935. Fu ordinato sacerdote nel 1948.

Dopo una breve permanenza ad Agnosine come curato, nel 1951 divenne vicario cooperatore a Rezzato, dove si dedicò soprattutto alla formazione dei giovani, anche attraverso allestimenti teatrali e alla realizzazione dell’Oratorio.

Il 29 ottobre 1967 fece il suo ingresso ufficiale come parroco a Roncadelle.

Numerose furono le iniziative da lui avviate, rivolte principalmente all’ambito giovanile: dalla Polisportiva all’ANSPI, dai Corsi di cultura ai corsi per fidanzati, dalle riviste-spettacolo ai campi scuola, dalle sfilate di carnevale agli esercizi spirituali. Tra le opere edilizie realizzate durante il suo parrocchiato vi sono la Casa del Giovane con un Palazzetto dello Sport, il nuovo edificio per la Scuola Materna “P. Cismondi”, la Casa di Riposo “Berardi-Manzoni”, la ristrutturazione dell’Oratorio e del cinema-teatro Aurora, la sistemazione della chiesa parrocchiale.

Ha dato spazio alle realtà di volontariato già esistenti ed ha sostenuto la nascita di nuovi gruppi e associazioni: Caritas, Gruppo Missionario, Scout Agesci, Filodrammatica, Gruppi sportivi, nonché Centro Sociale, SARC, AVIS, ecc. Di formazione preconciliare e di carattere schivo e riflessivo, seppe essere dinamico e attento ai cambiamenti; fu scrupoloso nei suoi doveri ed esigente nei confronti di sé stesso e dei suoi collaboratori, ma sempre pronto a capire e a perdonare. Amava la grande letteratura, comprese le favole per l’infanzia, e i maestri del pensiero cattolico.

Nel 1997 l’Amministrazione comunale gli ha conferito la cittadinanza onoraria di Roncadelle come ringraziamento per il lavoro svolto e per il suo impegno civile e sociale. Nel 1998, raggiunti i 75 anni, ha lasciato la conduzione della parrocchia, ma è rimasto a Roncadelle, dove è spirato nel 2015.

 

 

Guaineri Scipione

 

Guaineri Scipione - Sindaco e benefattore di Roncadelle.

Nato nel 1827 dal nob. Ercole e dalla contessa Barbara Fè d’Ostiani, nel 1859 sposò la contessa Marianna Martinengo Cesaresco (1840-1900), dalla quale ebbe cinque figli. Nel 1862 ereditò dal padre le proprietà di Roncadelle: circa 400 piò di terreni con vari stabili e l’antico palazzo detto “castello”, di cui nel 1868 fece costruire l’ala nord, allora formata solo da una doppia fila di muri, da un’entrata coperta e da un vecchio granaio. Poi, nel 1874-75, presso l’ala occidentale del castello fece erigere alcune opere rurali. Tra i diritti-doveri legati al castello, vi era il giuspatronato sulla chiesa di San Bernardino con il diritto di scegliervi il parroco, al quale doveva versare un canone annuo per il mantenimento.

Il Guaineri, come i suoi predecessori, si dimostrò sempre sensibile alle esigenze della popolazione e disponibile ad accoglierne le richieste. Rimase a lungo soprintendente comunale alle scuole elementari. Fu sindaco di Roncadelle dal 1863 al 1870 e poi ancora dal 1897 al 1904. Nel 1902 cedette al Comune il terreno per realizzarvi la sede del municipio, opera resasi ormai necessaria per una popolazione di circa 1400 abitanti, con 11 dipendenti comunali ed una cronica carenza di aule scolastiche adeguate. Il nuovo edificio poté così ospitare, al piano terreno, gli uffici comunali, l’asilo infantile (realizzato anche grazie al generoso lascito di Lucia Mussetti ved. Cismondi), un refettorio con cucina e un ampio portico; mentre al piano superiore si ricavarono due aule per la scuola elementare, la sala consiliare e l’ufficio del segretario comunale.

Scipione Guaineri morì nel 1904 e venne sepolto nella tomba di famiglia al Vantiniano di Brescia. 

 

Maggi Contessa

Orsolina

Maggi Contessa Orsolina – Presidente dell’Asilo di Roncadelle e benefattrice.

Figlia del conte Onofrio Maggi di Gradella e di Clementina Kanyak, nacque a Erbusco nel 1872.

Nel 1894 sposò il nob. Ercole Guaineri e dal matrimonio nacquero sette figli.

A Roncadelle presiedette a lungo l’Asilo infantile “Pietro Cismondi” (dal 1906 al 1922 e dal 1927 al 1944), che gestì con esemplare dedizione e correttezza. Era apprezzata da tutti per la signorilità e la gentilezza del tratto, per la dolcezza del suo sorriso, per la ferma adesione ai principi cristiani, per la costante attenzione ai sofferenti e ai meno fortunati. Morì nel 1958.

 

 

 

 

Manenti Angelo

Nato e cresciuto in una famiglia contadina, diventò il primo sindaco di Roncadelle eletto a suffragio universale dopo la tragica esperienza del fascismo e della guerra. La sua lista socialcomunista ottenne infatti 976 voti contro i 495 della lista democristiana. Rivestì l’incarico di primo cittadino dall’aprile 1946 al settembre 1953 cercando di migliorare le condizioni di vita e di lavoro della popolazione locale.

Nel 1950 fece asfaltare le principali strade interne del paese e realizzò in via Roma i locali per l’ambulatorio medico, l’ufficio collocamento, lo spaccio comunale e i lavatoi pubblici. Nel 1951 fu aperta ad Antezzate una scuola elementare per i bambini della zona. Uomo semplice, onesto, sensibile, sorretto da nobili ideali, Manenti rimase contadino per tutta la vita e impegnato per il riscatto sociale dei lavoratori (nella C.G.I.L.).

È deceduto nel 1974. Due anni dopo gli fu intitolata una via del paese.

 

Dott. Navoni Giulio

Dott. Navoni Giulio – Medico condotto di Roncadelle.

Nato nel 1922 dal cav. Giuseppe e dalla N.D. Lucia Rodolfi, si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia di Milano, ma dovette interrompere gli studi universitari durante la “Repubblica di Salò”, in quanto costretto dai tedeschi a prestare servizio presso l’Ospedale militare di Gardone Riviera. Attraverso quell’esperienza drammatica, in cui subì angherie e maltrattamenti da parte dei militari, in un contesto di grande sofferenza, a contatto con feriti gravi straziati dai combattimenti, maturò una grande sensibilità ed attenzione verso gli invalidi di guerra. Ottenuta la laurea, lavorò nel reparto di Medicina degli Spedali Civili di Brescia. Nel 1950 vinse la condotta di Roncadelle-Castelmella, che esercitò fino al 1992, stabilendo la propria residenza a Roncadelle, accanto alla casa di campagna edificata dal bisnonno Rodolfo Rodolfi. Si specializzò in Medicina Preventiva dei Lavoratori a Pavia e completò la sua preparazione medica con studi di cardiologia e radiologia. È stato animatore del Circolo culturale locale negli anni ’60 e socio fondatore dei Lions Cidneo. Oltre alla gratitudine di molti suoi assistiti, ricevette molte attestazioni e riconoscimenti per il suo impegno nell’ambito medico-assistenziale. Insignito nel 1977 dell’onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica, nel 1996 fu nominato Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica. La morte lo ha colto nel 2021 alla soglia dei cento anni.

 

 

Perani Franco

 

Perani Franco – Imprenditore innovativo.

Nato a Torbole Casaglia nel 1924, quinto figlio di Osvaldo e di Rosa Franzosi, visse qualche anno a Brescia, dove conobbe l’amata Noemi, che sposò nel 1946 e da cui ebbe quattro figli. Nel 1950 si trasferì a Roncadelle, dove aprì un’officina e si attivò per far collegare alla rete elettrica le case sparse che andavano sorgendo tra le due antiche contrade. Nel lavoro poté esprimere le sue capacità e la sua creatività, che seppe poi trasmettere ai figli. Collaborò attivamente con il parroco Amilcare Gatelli in varie iniziative, dagli spettacoli teatrali alla stampa dei biglietti augurali per i compleanni dei roncadellesi, dalla realizzazione delle Opere giovanili alla ristrutturazione dell’Oratorio, dalla sistemazione della macchina dei Tridui al restauro del campanile e delle campane, trovando sempre soluzioni ai vari problemi tecnici che si presentavano.

Il suo ingegno come artigiano e meccanico sembrava non conoscere limiti: creò una macchina capace di fare 8 fori in contemporanea su 4 piani diversi per i frontali delle Lambrette e per i ceppi dei freni, le draghe per cavare i sassi e separarli dalla ghiaia nel Mella e nelle cave del territorio, un forno per lavorare e verniciare i lampioni di illuminazione stradale usando una resistenza di costantana (lega di rame e nichel, le cui proprietà si scopriranno 30 anni dopo). Applicò l'oleodinamica in macchine da lui progettate per la lavorazione dei tubi degli sterzi delle automobili. Fra i suoi lavori vi furono anche il laboratorio di sartoria, i silos per la segatura per i falegnami, le bricchettatrici, le caldaie a segatura, gli strettoi e i forni fusori per l'alluminio.

Lavoratore instancabile e responsabile, offrì opportunità di apprendimento e di lavoro ai giovani che a lui si rivolgevano e si mostrò sempre attento alle necessità della comunità locale. È morto nel 2006 lasciando un diffuso e grato ricordo di sé.

 

Piazza Franco

Piazza Franco - Fotografo roncadellese

Nato a Roncadelle nel 1947 da Pietro e Maria Lupatini, fu operaio alla Breda, batterista nel gruppo musicale “I cavernicoli” e fotografo al Violino. Dopo il matrimonio nel 1970 con l’insegnante Renata Di Lorenzo, aprì uno studio fotografico a Brescia in via Tosio n. 15/b, cui si accedeva da un cortiletto ornato da un suggestivo e profumatissimo glicine. Qui ebbe modo di esprimere le sue capacità professionali e creative utilizzando spesso la tecnica del viraggio seppia, in cui era maestro, e l’effetto flou d’ispirazione hamiltoniana. Il ritratto era la sua passione, anche se il reportage sociale e la fotografia di viaggio lo coinvolgevano spesso, con la sua inseparabile Hasselblad Reflex.

Morì di tumore l’8 gennaio 1981 a soli 33 anni, lasciando indimenticabili ritratti della giovanissima figlia Francesca.

 

 

 

 

 

 

 

Porcellaga Pietro detto Pecino – Valente imprenditore con proprietà a Roncadelle.

Nato a Brescia intorno al 1340, rimase orfano ancora minorenne del padre Giovannino che, dopo aver investito i proventi degli allevamenti suini acquistando terreni a Roncadelle e Fiumicello, aveva aperto nel 1342 una grande macelleria in città e ottenuto l’appalto dei dazi di Roncadelle e dei “saletti” del Mella intorno al 1345. Insieme al fratello Bertolino, Pecino continuò poi ad investire nell’acquisto di terreni a Roncadelle e dintorni. Raggiunta una certa agiatezza economica, i Porcellaga proseguirono la loro ascesa sociale imparentandosi con famiglie importanti e sostenendo i nuovi signori di Brescia. Intorno al 1364 Pecino ereditò vari beni dai parenti (scomparsi forse a causa delle ricorrenti epidemie) e si caricò di tutti i doveri e le responsabilità legate alla gestione di un patrimonio considerevole. Imprenditore capace, accorto e lungimirante, si prefisse obiettivi sempre più ambiziosi. Continuò ad accrescere i possedimenti terrieri, anche acquistando da Bonifacio Ugoni una grossa azienda agricola a Roncadelle (122 piò di terreni) nel 1389, e ne incrementò il valore rendendoli produttivi e progettando una seriola che, prendendo le acque del Mella a Cobiato (ora Collebeato), potesse irrigarne la maggior parte. Nel 1385 entrò a far parte del Consiglio Generale di Brescia. Fece intraprendere gli studi in giurisprudenza al figlio primogenito Galeazzo (avuto dalla prima moglie Agnesina Palazzolo), che diventerà il capostipite del ramo Porcellaga più impegnato a livello istituzionale, mentre il figlio Antonio divenne banchiere, tesoriere del Comune di Brescia e sovrintendente della ricostituita zecca cittadina. Il figlio Marco (avuto dalla seconda moglie, Stefanina) si interessò invece delle proprietà di Roncadelle, dove edificherà il castello Porcellaga. Tipico rappresentante della borghesia produttiva del Trecento, destinata a prendere il posto dell’antica nobiltà, Pecino pose le basi per l’affermazione sociale della sua dinastia, ma ha anche il merito di aver dato, con interventi e investimenti di grande portata, un nuovo impulso allo sviluppo economico e demografico di Roncadelle, il terzo e più decisivo dopo quello della centuriazione romana e quello del monastero di S. Giulia. Pecino morì intorno al 1392. Pochi anni dopo sorse il castello di Roncadelle, intorno al quale si andò formando il paese e la nuova comunità locale.

 

Cav. Preganelli

Fausto

Cav. Preganelli Fausto – Nato a Roncadelle nel 1928, divenne un apprezzato muratore.

Nel 1970 fu tra i fondatori della sezione AVIS di Roncadelle, di cui divenne poi attivo e tenace presidente. Il suo costante e generoso impegno fu premiato dal vertiginoso aumento degli associati e delle donazioni di sangue.

Più avvezzo a fare che a dire, in molti casi preferiva eseguire lui stesso le diverse incombenze piuttosto che delegarle.

Persona semplice ed autentica, si è sempre speso nell’aiutare gli altri e fu amato da tutti per la sua grande bontà d’animo. Nel 1985 venne insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito.

Nel 1989 contribuì anche alla nascita del Servizio Ambulanza di Roncadelle. È scomparso nel 1993.

 

 

 

 

 

 

 

Dott. Ribaudo

Vincenzo

Dott. Ribaudo Vincenzo – Medico condotto a Roncadelle.

Nato a Messina nel 1903 dal 1° settembre 1950 fu titolare della condotta per il servizio medico-chirurgico nel comune di Roncadelle e di Castelmella.

È ricordato per la sua rettitudine e la grande umanità. È deceduto nel 1975 e l’anno dopo gli fu intitolata una via del paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cav. Dott. Rodolfi

Rodolfo

 

Cav. Dott. Rodolfi Rodolfo – Sindaco di Roncadelle e valente medico.

Nato a Bogliaco nel 1827, fu valente medico e fervente patriota.

Avviato dal padre Giulio agli studi di medicina, mentre era studente universitario a Padova nel 1848 partecipò alla difesa di Venezia dall’assedio austriaco e nel 1949 alle Dieci Giornate di Brescia.

Si distinse poi per lo zelo esemplare nell’assistenza agli ammalati e ai feriti di guerra. Promosse un Ospizio marino e una Stazione sanitaria alpina.

Si distinse per le nuove coraggiose sperimentazioni in campo medico-chirurgico e per i numerosi studi scientifici.

Fu benemerito socio dell’Ateneo di Brescia, che gli conferì la medaglia d’oro al merito filantropico.

Nel 1865 divenne primario chirurgo dell’Ospedale di Brescia e nel 1874 fu tra i fondatori della Casa di salute “Moro”, che diresse poi a lungo. Partecipò attivamente anche alla vita amministrativa della città diventando Assessore all’Igiene nel 1886 e preparando un nuovo Regolamento dei servizi sanitari.

Dal 1886 al 1891 fu sindaco di Roncadelle, dove possedeva una casa di campagna (poi chiamata “Montecitorio”), sul cui portico aveva fatto applicare grossi medaglioni raffiguranti personaggi del Risorgimento.

A Roncadelle si preoccupò di migliorare le condizioni di vita e di salute della popolazione locale, cercando in particolare di debellare il tifo e la pellagra; dotò inoltre il paese della prima illuminazione pubblica e fece innalzare il campanile della chiesa per applicarvi l’orologio pubblico. Morì a Brescia nel 1896.

 

Romanino

Romanino (Gerolamo da Romano)Famoso artista che frequentò Roncadelle.

Nato a Brescia intorno al 1485, prese il soprannome dalla cittadina di origine della sua famiglia.

Ancora giovanissimo si dedicò alla pittura e divenne presto un maestro riconosciuto del rinascimento bresciano, insieme al Moretto e al Savoldo, distinguendosi da loro per una maggiore irrequietezza religiosa e artistica e per il suo stile “antidiligente”.

Tra le sue numerose opere vi è l’affresco eseguito tra il 1525 e il 1530 nella chiesa di S. Bernardino a Roncadelle come pala d’altare dell’antico presbiterio (ora sacrestia), da dove è stato strappato nel 1960 per evitargli ulteriori deterioramenti e per essere esposto su un altare laterale della navata. Suo è anche il disegno originario della “Natività”, tela dipinta pochi anni dopo da un suo allievo e conservata nella chiesa parrocchiale di Roncadelle. In quel periodo il pittore aveva preso in locazione dai Porcellaga, che detenevano il patronato della chiesa di S. Bernardino, un “cortivo di Cobiato” con relativo brolo di circa due piò.

I Porcellaga chiamarono ancora il Romanino intorno al 1560 per fargli eseguire affreschi nel castello di Roncadelle, dei quali si sono perse le tracce.

Il Romanino contribuì così, in modo significativo, al rinascimento locale. Morì intorno al 1566.

 

Prof. Luigi Sala

Prof. Luigi Sala (Gino) – Sindaco di Roncadelle dal 1960 al 1973.

Nato a Palazzolo s/O nel 1928, frequentò l’ITIS e a 18 anni si trasferì con la famiglia a Roncadelle, dove sposò Stella Gasperi. È stato insegnante apprezzato a Brescia presso gli Artigianelli, l’Istituto “Moretto” e l’ITIS. Si è impegnato nella Democrazia Cristiana, che ha portato alla vittoria nelle elezioni comunali di Roncadelle del 1960 e poi ancora nel 1964 e nel 1970. Come sindaco, dopo aver inaugurato il nuovo edificio delle scuole elementari (voluto dalla precedente amministrazione), ha fatto costruire la Scuola Media, ha fatto asfaltare e illuminare molte strade del paese, ha fatto arrivare il metano in molte case. Inoltre ha fatto adottare un regolamento edilizio comunale e il primo Piano di Fabbricazione. Durante la sua sindacatura, a Roncadelle venne aperto il primo sportello bancario, realizzato il villaggio Marcolini, favoriti i primi insediamenti industriali, disputato un campionato di ciclismo su strada per dilettanti. Nel 1973, una lacerazione interna al partito democristiano sulla sua gestione amministrativa, lo costrinse alle dimissioni. La sua attività politica proseguì come assistente dell’on. Mario Pedini. Gini Sala amava la musica e la montagna. Molti lo ricordano come “maestro buono”, sempre disponibile ad ascoltare e a confrontarsi con tutti. Negli ultimi anni, quando le sue difficoltà fisiche ne avevano limitato la vita sociale, è stato amorevolmente assistito dai familiari, finché il Covid lo ha colpito nel 2020. È sepolto a Roncadelle.

 

Suor Sironi Brigida

Suor Sironi Brigida – Religiosa vissuta 50 anni a Roncadelle.

Nata a Monte di Rovagnate (Como) nel 1898, prima di vestire l’abito religioso si chiamava Maria Vincenza.

Nel 1923 divenne suora dell’ordine della Sacra Famiglia di Spoleto. Trasferita a Roncadelle il 4 ottobre 1934, vi trascorse il resto della sua vita. Era umile e dolce, sempre attenta ai bisogni degli altri, sempre pronta ad ascoltare e consolare. Aveva una vista difettosa e dita nodose, ma il suo sorriso e una sua carezza bastavano a rasserenare ogni bambino.

Dopo 39 anni di servizio presso la Scuola Materna “Pietro Cismondi”, in cui ebbe modo di farsi apprezzare per le sue qualità umane e cristiane, nel 1973 ricevette la cittadinanza onoraria del Comune, che intese così manifestarle “il più ampio e vivo riconoscimento per l’opera altamente educativa svolta in favore dei fanciulli di Roncadelle”.

Poi venne destinata alla Casa di Riposo “Berardi-Manzoni”, dove continuò a svolgere la sua opera con grande dedizione e discrezione. Morì nel 1985 e sulla sua sepoltura venne apposta una scritta che riassume la sua luminosa testimonianza: “E’ passata in mezzo a noi facendo del bene a tutti”. 

 

 

Spagnoli Angiolina

Spagnoli Angiolina (Lina) – Attivista e assessora di Roncadelle.

Nata nel 1935, iniziò a lavorare a dieci anni in un calzificio artigianale per aiutare la mamma, il fratello minore e il padre malato. Eletta in Consiglio comunale nel 1973, si fece promotrice dell’U.D.I. a Roncadelle e ne divenne segretaria. Nel 1977 entrò nella giunta Tobanelli come assessore ai Servizi Sociali. Fu poi anche vicesindaco e assessore all’urbanistica e all’edilizia privata. La sua grande attenzione verso le esigenze del mondo femminile, dei bisognosi e della terza età la impegnarono nella realizzazione dell’asilo nido, di alcuni monolocali e bilocali comunali e del Centro Sociale per anziani (1986), di cui fu presidente fino al 2014, anno in cui ebbe il premio Giovanni Foppoli da parte del collegio senatoriale e della Spi-CGIL di Brescia come riconoscimento per il suo impegno a favore degli anziani. È morta nel 2020.

 

 

 

 

 

 

Don Tadini Giulio

Don Tadini Giulio – parroco a Roncadelle dal 1882 al 1899

Nato nel 1839 a Verolanuova da Pietro (segretario comunale) e Antonia Gadola, compì gli studi elementari a Verolanuova e frequentò il ginnasio a Lovere. Entrato in seminario, fu ordinato sacerdote nel 1862 e rimase a lungo curato a Verolanuova, mentre il fratello minore Arcangelo ne seguì le orme. Nominato parroco a Roncadelle nel 1882, favorì lo sviluppo di nuove associazioni parrocchiali, come il Terz’Ordine francescano, la Confraternita del Sacro Cuore (cui dedicò un altare con relativa statua) e i Cinturati. Sostenne la devozione delle Quarantore, quella del Sacro Cuore (il primo venerdì di ogni mese) e quella mariana. Accolse il vescovo Corna Pellegrini in visita pastorale nel 1886, in un periodo in cui lo sviluppo industriale della periferia cittadina e la linea tramviaria Bresci-Soncino favorivano nuovi insediamenti (soprattutto operai) a Roncadelle e in cui si andava diffondendo il movimento socialista tra crescenti tensioni sociali e contrapposizioni ideologiche.

Meno intransigente del fratello Arcangelo, parroco a Botticino, don Giulio condivideva le idee concilianti e liberaleggianti del sacerdote e teologo bresciano Geremia Bonomelli (vescovo di Cremona dal 1871), che intendeva superare la frattura tra la Chiesa e lo Stato. Animato da uno spirito tranquillo e “grandemente caritativo”, don Giulio lasciò un grato ricordo di sé nella popolazione locale. Nel 1899 venne promosso arciprete ad Oriano, dove morì nel 1909. Suo fratello Arcangelo, deceduto nel 1912, è stato proclamato santo nel 2009.      

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

      

Trainini Carmelita

 

 

 

Trainini Carmelita – Partigiana roncadellese.

Nata a Roncadelle il 25/09/1922 – deceduta a Brescia il 26/04/2003

Fin da giovanissima lavora come operaia alla Tempini di Brescia. Nell’ambiente della fabbrica avviene la sua educazione politica e inizia la sua attività antifascista. Dopo il suo licenziamento, si dedica completamente all’attività politica clandestina. Staffetta della 122’ brigata Garibaldi ed incaricata di tenere i collegamenti prima con Milano e poi con Bergamo, viene individuata ed arrestata nel settembre 1944 dall’Upi della Guardia nazionale repubblicana. Resta rinchiusa nella prigione di Canton Mombello di Brescia per circa tre mesi; poi, il 29 novembre 1944, viene trasferita nel carcere di S. Vittore a Milano, dove per un lungo periodo è gravemente ammalata. All’inizio dell’aprile 1945 viene processata e scarcerata. Si rifugia in Val Trompia fino alla liberazione. Alla fine della guerra è eletta nel Consiglio comunale di Roncadelle, lavora nella Federazione del PCI, di cui è militante e svolge un’intensa attività sindacale fino al termine degli anni Quaranta. (fonte: I gesti e i sentimenti: le donne nella resistenza bresciana – percorsi di lettura)

Riconoscimenti ed incarichi:

  • Parigiana combattente (foglio matricolare)
  • Partigiana, nome di battaglia Lita – Formazione: Divisione I° Giuseppe Verginella Brigata 122° bis Garibaldi (archivi Anpi Brescia)
  • Croce al merito di guerra per attività partigiana, conferita il 04/07/1966 (foglio matricolare)
  • Consigliera comunale di Roncadelle dal 1946 al 1951 (archivi comunali Roncadelle)
  • Nel 2022, ricorrenza del centesimo anno della nascita, con deliberazione di Consiglio comunale assunta all’unanimità le è stato intitolato il palazzo del Municipio (delibera di Consiglio Comunale n. 38 del 29/09/2022).

                                 

Dott. Treccani

Chinelli Vincenzo

Dott. Treccani Chinelli Vincenzo–Medico condotto di Roncadelle.

Nato a Brescia nel 1874, divenne medico chirurgo e nel 1901 fu assunto come medico condotto a Roncadelle, dove sposò Caterina Dusi, dalla quale ebbe due figli.

Dal 1902 al 1905 fu presidente del Consiglio d’amministrazione dell’asilo infantile “Pietro Cismondi”. Esercitò la condotta di Roncadelle e Castelmella fino al 1939 facendosi apprezzare da tutti e meritandosi l’appellativo di “medico dei poveri”. Fu anche ufficiale sanitario del patronato O.N.M.I. di Roncadelle.

Venne insignito di un attestato di benemerenza (medaglia d’oro e pergamena) dal Comune. Morì nel 1956 compianto da tutti e nel 1964 l’Amministrazione comunale gli intitolò una via del paese.

 

 

 

 

 

 

 

 Avv.Turlini Carlo

Avv. Turlini Carlo – Valente avvocato e poeta, con proprietà a Roncadelle.

Nato a Brescia nel 1904, seguì le orme del padre Giacomo (magistrato) e divenne un apprezzato avvocato penalista.

Dotato di grande sensibilità umana, che proteggeva con una scorza di ritegno e riservatezza, fu appassionato cultore della letteratura e studioso del dialetto bresciano, che utilizzava sovente, sia nelle conversazioni che nelle sue poesie, perché inteso come radice culturale dalle sfumature intraducibili e memoria riconoscibile di una appartenenza comunitaria.

Risiedeva in città, ma si rifugiava spesso nei possedimenti di famiglia a Roncadelle, nella casa di campagna in via S. Bernardino, dove compose alcune delle sue più belle poesie dialettali, come “Èl mé bröl” o “La mé campàgna”.

La sua raccolta poetica fu pubblicata nel 1951 grazie alle insistenze del libraio-editore Vittorio Gatti e ripubblicata nel 2009 a cura di tre suoi amici di vecchia data: Mino Martinazzoli, Giuseppe Frigo e Cesare Trebeschi.

È deceduto a Brescia nel 1964.

 

 

Veneziani Luigi

Veneziani Luigi – Pittore roncadellese.

Nato a Roncadelle nel 1926, collaborò con i partigiani durante la guerra di Liberazione.

Lavorò come operaio nel tubificio Togni di Brescia e divenne responsabile di reparto nello stabilimento ATB fino alla maturazione della pensione.

Coltivò sin da giovane la passione per la pittura, che perfezionò frequentando la scuola di Belle Arti e lo studio di noti pittori bresciani per carpirne i segreti e migliorare la tecnica del disegno e del colore. Manifestò le sue capacità artistiche esponendo le proprie opere in varie mostre personali e collettive, dove ottenne lusinghieri riconoscimenti, anche da parte di critici qualificati.

I suoi paesaggi (soggetto da lui preferito) appaiono soffusi in un velo di luce, che li rendono trasognati, quasi irreali. Personalità eccentrica e di schietta matrice bresciana, era affidabile e altruista, sempre disponibile a trasmettere le sue conoscenze e a dare suggerimenti a quanti coltivavano la sua stessa passione. Morì nel 2001. Pochi mesi dopo l’Amministrazione comunale di Roncadelle ha organizzato una mostra in sua memoria e diffuso un catalogo riproducente buona parte delle sue creazioni artistiche.

 

 

Don Vezzoli Carlo

Don Vezzoli Carlo – Parroco di Roncadelle dal 1944 al 1967.

Nato a S. Pancrazio di Adro nel 1901, venne ordinato sacerdote nel 1927.

Dopo essere stato curato ad Adro e a Villanuova sul Clisi, nel 1944 fu nominato parroco a Roncadelle, dove esercitò la sua guida spirituale per 23 anni realizzando numerose opere e meritandosi il titolo di arciprete.

Nell’area dell’ex-cavallerizza del castello ricavò il nuovo Oratorio maschile con cinema-teatro e una nuova casa per il curato (1945-51); fondò il corpo bandistico parrocchiale (1946); fece ripristinare le campane asportate nel 1942 per esigenze belliche (1951); fece restaurare i paramenti liturgici più preziosi (1953-66), l’antico organo (1959) e quattro dipinti della chiesa parrocchiale (1962); acquistò un’area di circa 13500 mq per una nuova chiesa sussidiaria(1963) che poi non venne edificata; presiedette l’Asilo infantile “Pietro Cismondi” dal 1961 al 1967; ricevette un generoso lascito dalla signora Maria Berardi Manzoni per istituire una Casa di Riposo per anziani (1964).

Ma il suo impegno fu particolarmente zelante nella cura delle anime e nell’aiuto concreto alle famiglie disagiate, contribuendo a superare le profonde fratture ideologiche e sociali che si erano create nella comunità locale. Severo e riservato, sensibile e intransigente, fu stimato ed amato da molti Roncadellesi, che trovarono in lui un punto di riferimento. È morto nel 1967. Dal 1978 è ricordato dalla titolazione di una via del paese.

   

 

Zinoni Giancarlo

Zinoni Giancarlo – Attivista politico e saggista.

Nato ad Azzanello (CR) nel 1927, frequentò l’Istituto “Moretto” di Brescia e collaborò con i partigiani nel 1945. Attivista comunista, fu funzionario di partito in Val Camonica nei primi anni ’50. Fu poi impiegato tecnico per venti anni alla Pirelli di Milano, dove ebbe modo di approfondire varie questioni di carattere teorico e tecnico. La sua passione per la navigazione lo stimolò a costruirsi da solo a Puegnago del Garda (dove si ritirava d’estate per eseguire lavori di falegnameria e di restauro) una barca a remi di 5 metri e poi un’altra a vela di 11 metri. Stabilitosi a Roncadelle nel 1981, fu segretario della locale sezione del P.C.I., animando la vita politica locale, spesso in funzione di coscienza critica. Ha fatto parte della Fondazione Micheletti di Brescia ed ha pubblicato alcuni saggi, come “Valcamonica 1954: ricostruzione e politica dei comunisti” (1982), “Il sistema autoritario” (1993), “Vivere il ferro: materiali per una storia della siderurgia bresciana in epoca moderna” (2003). Si è cimentato anche con la poesia: cinque sue composizioni sono state pubblicate sull’antologia poetica “Sfumature” a cura del Comune di Roncadelle (2005). “Comunista e marxista eretico” scrive P.P. Poggio “scontò le sue scelte fino a farne in qualche misura un isolato”. È morto nel 2005, mentre si stava dedicando alla stesura di nuovi saggi.

 

Contenuto aggiornato al 30 luglio 2025

RASSEGNA UN LIBRO PER PIACERE - PROMEMORIA
Ufficio: Cultura e Sport

RASSEGNA LETTERARIA 2023

 

Si ricorda alla cittadinanza della rassegna letteraria "Un libro, per piacere!", promossa dal sistema bibliotecario Sud-Ovest Bresciano.

 

Mercoledì 18 ottobre 2023, ore 21, nell'Auditorium Scuole Medie di via Togliatti 1/B, incontro dal titolo "Brescia Adagio", ospite speciale Daniela Squassina.

 

Un appuntamento imperdibile.. vi aspettiamo numerosi!

 

A seguire i link per la pagina social e del sito delle notizie :

 

- https://www.facebook.com/unlibroxpiacere

 

- https://brescia.cosedafare.net/eventi/spettacoli/lettura/brescia-adagio-lettura-concerto-citta--38024.html?fbclid=IwAR3FMA4DSFaj1lD050D3su1K8B9Jg9imIZafUuch5O8o9LDQuT67n037K7s

 

Per maggiori informazioni consultare l'allegato.

 

BANDO DI CONCORSO DI IDEE PER REALIZZAZIONE DI UN MURALES IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA

BANDO DI CONCORSO DI IDEE PER IDEAZIONE E SUCCESSIVA REALIZZAZIONE DI UN MURALES IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA

 

 

Il Comune di Roncadelle, con delibera 65 del 31 maggio 2023, organizza un concorso di idee per la realizzazione di un murales nell’area verde adiacente alla Sede Municipale in ricordo delle vittime roncadellesi a seguito della pandemia da Covid -19.

 

La partecipazione al Concorso d’idee è gratuita.

 

Il periodo di invio dei progetti:

 

- dal 7 giugno 2023 al 6 luglio 2023 compresi entro le ore 12:00.

 

Le comunicazione dei risultati sul sito del comune entro il 6 agosto 2023.

 

La domanda di partecipazione al concorso, da redigere sull’allegato modello A e il progetto, devono pervenire via e-mail all’indirizzo lavoripubblici@comune.roncadelle.bs.it indicando nome e cognome dell’autore e come oggetto #concorsomurales.

 

Alla domanda di partecipazione deve essere allegata la copia di un documento di identità in corso di validità.

 

Per maggiori informazioni visualizzare il bando negli allegati.

LE FESTE

La festa come evento comunitario è il tempo in cui la comunità si riconosce e lo spazio in cui la società locale si ricompone. In passato la festa, prima che il consumismo ne stravolgesse il significato, svolgeva un’importante funzione di incontro e scambio sociale, che consentiva alle piccole comunità contadine, generalmente chiuse in se stesse, di conoscere e frequentare altre persone e ai giovani dei due sessi di superare il rischio endogamico. Inoltre, la festa osava lanciare un ponte tra il tempo (scandito dal succedersi delle stagioni e dei lavori agricoli) e l’eternità. Ogni festività aveva infatti una connotazione religiosa. La domenica (“giorno del Signore”), oltre a garantire il tradizionale riposo settimanale, consentiva l’osservanza del culto e l’istruzione religiosa. Le altre festività, che si erano spesso sovrapposte ad antiche feste pagane, rientravano per lo più nel calendario liturgico cristiano esaltando alcuni significati religiosi o proponendo il culto di Santi da imitare o da propiziare.

Le maggiori festività (Natale e Pasqua) sono state collocate una accanto al solstizio d’inverno, l’altra accanto all’equinozio di primavera consentendo al ciclo nascita-morte-rinascita della natura di essere letto come nascita-morte-resurrezione di Cristo.

In uno statuto di Brescia del 1245 vennero elencate ben 30 feste da rispettare (pena multa e prigione) oltre le domeniche: Annunciazione, Purificazione, Natività della Madonna, Assunzione, le ricorrenze di tutti i 12 Apostoli, Natale, S. Stefano, Circoncisione, Epifania, Triduo di Pasqua, S. Giovanni, S. Lorenzo, S. Giorgio, S. Apollonio, S. Filastrio, Ss. Faustino e Giovita, S. Maria Maddalena. Altre feste celebrate a lungo furono l’Invenzione della S. Croce, Natività di S. Giovanni Battista, S. Anna, Pentecoste, Ss. Innocenti, Madonna del Rosario e Ultimo dell’anno. Particolarmente sentita a livello popolare era, nel Basso Medioevo, la festa dell’Assunta il 15 Agosto, che a Brescia veniva celebrata con quattro corse cittadine (dei cavalli, degli asini, dei fanti, delle meretrici) dalla periferia ovest al centro della città richiamando molti spettatori anche dal contado e da varie località.

Alle ricorrenze religiose si sono poi aggiunte quelle civili, come il Primo Maggio, il 4 Novembre, il 25 Aprile, il 2 Giugno. Le festività riconosciute a livello nazionale sono state man mano ridotte, fino a stabilirne 9 nel 1977 (oltre a quella locale del santo Patrono), risalite poi a 11 negli anni successivi.

 I luoghi della festa, generalmente limitati alla chiesa e all’osteria, tendevano a dilatarsi nelle vie del paese, nelle cascine, nei campi. L’osteria, che si affollava e si animava soprattutto la sera del sabato e il pomeriggio della domenica, costituiva l’evasione dalla severa regola di vita e di lavoro. Con l’aiuto di un po’ di vino, delle carte da gioco, della morra, di un’atmosfera generalmente allegra e coinvolgente, si scioglievano per alcune ore le preclusioni e le gerarchie sociali e l’osteria diventava luogo di svago, di discussione, di apprendimento, di relazioni umane. L’osteria era anche il luogo in cui si diffondevano le nuove idee e si organizzavano scioperi, attività elettorali e partiti politici. A Roncadelle l’Osteria dei Porcellaga fu l’unico riferimento locale dal ‘300 al ‘600. Poi aprirono altre osterie, soprattutto nella Contrada di Sotto, ed i licinsì in ogni nucleo abitato.

Il complesso religioso sagrato-chiesa-cimitero rappresentava l’unità della comunità e le sue regole di vita; costituiva la “porta stretta” tra i campi della fatica terrena e quelli infiniti del cielo. Il sagrato era la cerniera tra lo spazio esterno, riservato alle attività profane, e quello sacro e raccolto della chiesa, e diventava spesso luogo di incontro e di discussione. La chiesa, capace di fornire una spiegazione totale del mondo e della vita, costituiva il polo centrale di ogni convergenza comunitaria e accompagnava ogni persona dalla nascita (battesimo) alla morte (funerale). La chiesa di riferimento per la comunità locale fu dapprima quella di S. Giulia (nell’attuale via S. Bernardino) poi sostituita, alla fine del Medioevo, dall’attuale parrocchiale. Il cimitero, rimasto fino al 1813 presso la chiesa, consentiva un legame costante e non solo simbolico tra i vivi e i morti della comunità. Un portico collegava probabilmente i tre spazi; mentre il campanile, oltre a scandire il tempo delle giornate ordinarie, conduceva la regia delle cerimonie festive.

In occasione delle processioni, che partivano e terminavano nella chiesa, lo spazio sacro veniva dilatato all’intero ambito abitativo e di lavoro: le case e le strade venivano addobbate con drappi colorati; le finestre e i balconi ornati con candelabri e lanterne. Considerate tra le più espressive manifestazioni della religiosità popolare, le processioni si svolgevano in occasione delle principali feste religiose o di avvenimenti straordinari. A volte avevano lo scopo di impetrare una grazia particolare o di esprimere un ringraziamento, come quella celebrata a Roncadelle nel 1815 e immortalata nel quadretto votivo della chiesetta di via S. Giulia. Particolarmente solenni e affollate erano le processioni del Corpus Domini (in giugno) e della Madonna del Rosario (in ottobre), cui soprintendevano le relative Confraternite locali, nonché quelle del Venerdì Santo e di S. Bernardino da Siena. La data del 20 maggio per quest’ultima viene rigorosamente rispettata anche se cade in giorno feriale, in memoria di quanto accadde quando si era stabilito di spostare la celebrazione per farla corrispondere alla domenica e consentire così una maggiore partecipazione popolare: si scatenò un temporale talmente violento che venne interpretato come un segno del Cielo. Prima della processione, ai lati delle vie interessate dal percorso, venivano piantati alti pali di legno che, uniti a coppie con addobbi artigianali, formavano una serie di archi ornamentali. Il corteo, che trasportava la statua e la reliquia del Santo, si fermava quando giungeva ad un incrocio viario importante o all’ingresso dei löch, dove sostavano alcuni bambini con tunichette bianche. Al termine della processione iniziavano i festeggiamenti “profani”: bancarelle, fuochi d’artificio e a volte le giostre.

Uno degli spettacoli più popolari nelle feste del passato era il teatro dei burattini, cui assistevano con eguale interesse adulti e bambini: i testi, piuttosto elastici, erano basati sull’uso del dialetto, con battute pesanti e frequenti randellate; non mancavano allusioni a fatti o personaggi della cronaca locale. Protagonista dello spettacolo, dall’inizio dell’Ottocento, era quasi sempre Giupì dei tré goss, espressione di popolano rozzo ma furbo, in cui molti si riconoscevano. Aveva un faccione rubicondo; era vestito di grosso panno verde orlato di rosso, pantaloni scuri da contadino e cappello rotondo con fettuccia volante; era figlio di Bortolo Söcalonga e Maria Scatoléra; portava con sé un bastone che usava spesso per far valere le sue ragioni e quelle dei più piccoli e degli oppressi.

Tra le feste civili ancora celebrate, la più antica è quella dei Lavoratori, che dal 1891 (salvo la parentesi fascista) si celebra il Primo Maggio. Nata per affermare i diritti dei lavoratori e la presenza politica delle masse operaie socialiste, la festa del Lavoro è riuscita a conservare un carattere laico nonostante il tentativo della Chiesa cattolica di sovrapporvi la ricorrenza di San Giuseppe lavoratore e viene oggi considerata il simbolo dell’unità di tutti i lavoratori. A Roncadelle era organizzata dai partiti di sinistra con discorsi, musiche popolari e inni tradizionali dei lavoratori, nonché balli fino a notte inoltrata. Un’altra festa civile nazionale, istituita nel 1946, è il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. A Roncadelle si è sempre celebrata con un corteo, che partiva tradizionalmente da via Martiri della Libertà (trattoria Stella), raggiungeva il Municipio, dove un oratore teneva il discorso celebrativo, e poi la chiesa parrocchiale, per concludersi con un pranzo sociale. I cortei, sia civili che religiosi, sono stati spesso accompagnati dalla banda musicale locale. Tra le ricorrenze civili proposte negli ultimi decenni, trascurando quelle che hanno un sapore prevalentemente commerciale, c’è la Giornata internazionale della Donna, fissata all’8 marzo, che in Italia si celebra dal 1946. Nata per rivendicare l’uguaglianza dei diritti tra uomini e donne, ha conservato una forte valenza sociale.

La comunità locale, a lungo divisa in contrade e in frazioni, non ha mai avuto una piazza; così, nella seconda metà del ‘900 sia la parrocchia che il Comune hanno dotato il paese di nuovi spazi di aggregazione, utili anche come riferimenti per feste collettive e per eventi culturali di vario genere. Anche le cascine, luoghi ordinari di vita e di lavoro, hanno offerto spazi comuni alle feste collettive: quando si terminavano lavori particolarmente impegnativi o in occasione di matrimoni, si imbandivano tavolate sotto il portico e, dopo il banchetto o durante gli intervalli, si intonavano canti corali o si avviavano balli sull’aia, con l’accompagnamento della fisarmonica, mentre i bambini giocavano intorno o sul fienile, finché non sopraggiungeva la notte.  

 

LE TRADIZIONI

 

Le tradizioni sono la memoria della cultura popolare e rappresentano l’identità di ogni comunità locale, che decide che cosa conservare o recuperare delle proprie peculiarità di ieri e che cosa lasciare disperdere dalle trasformazioni (sempre più rapide e profonde) di oggi. Molte tradizioni collettive sono legate a ricorrenze che derivano dal calendario agrario o liturgico e ad antiche consuetudini trasmesse di generazione in generazione.

L’antico calendario celtico fissava l’inizio dell’anno al primo giorno di novembre, poi diventato festa di Tutti i Santi. La tradizione irlandese di Halloween (“vigilia di Ognissanti”), esportata in America nell’Ottocento e tornata in Europa verso la fine del Novecento con valenza piuttosto superficiale, intendeva ricordare la possibilità per i vivi di incontrare il mondo dei defunti. La tradizione cristiana ha fissato al 2 novembre la commemorazione dei defunti. Il culto dei morti è rimasto sempre vivo anche nella comunità locale, testimoniato dai fiori che vengono costantemente deposti sulle tombe e dai numerosi offici funebri che vengono fatti celebrare. Il luogo delle sepolture, inizialmente situato presso la chiesa, dal 1818 è stato spostato nel cimitero in via Marconi (allora via della Chiesa). In passato si usava trascorrere la sera della ricorrenza dei morti raccogliendosi intorno al focolare, recitando il rosario e mangiando castagne lessate o abbrustolite.

Sempre in novembre, la ricorrenza di San Martino è stata a lungo considerata l’inizio del ciclo invernale e giorno di scadenza dei contratti agrari e delle locazioni; per cui era facile assistere in quel giorno al passaggio di carretti carichi di povere masserizie e di famiglie che si trasferivano da una cascina all’altra, tanto che l’espressione dialettale fa’ sanmartì ha assunto il significato di traslocare.   

Una data molto attesa, soprattutto dai bambini, è ancora oggi quella del 13 dicembre, dedicata a Santa Lucia, una ragazza cristiana di Siracusa martirizzata nel 304, la cui salma venne trasferita a Venezia nel 1204. Il suo culto si diffuse nel bresciano nel corso del ‘400, quando la notte di Santa Lucia era “la più lunga che ci sia”, corrispondendo effettivamente, per un errore del calendario giuliano, al solstizio d’inverno (che nel 1582 venne riportato correttamente al 21 dicembre). Da oltre 500 anni la sera della vigilia i bambini corrono a letto dopo aver preparato un po’ d’acqua e di farina (o di fieno) per l’asinello che tradizionalmente accompagna la santa e si addormentano pieni di speranza e di timore, tenendo gli occhi ben chiusi sapendo che la santa, per non essere vista, potrebbe gettare cenere nei loro occhietti curiosi. Svegliandosi al mattino, i bambini esultano di gioia trovando i doni richiesti e qualche dolcetto. A Roncadelle la santa è rappresentata in una tela della parrocchiale con un vassoio contenente i suoi occhi che, secondo la leggenda, le furono cavati durante il martirio.

La quasi completa sospensione delle attività agricole nel periodo invernale consentiva alle famiglie contadine di riunirsi spesso la sera nelle stalle. In queste “veglie”, sotto l’avara luce di un lumicino ad olio e al tepore naturale degli animali, le donne, gli uomini e i bambini partecipavano a momenti di intensa vita comunitaria, dove si svolgevano piccole attività lavorative (filatura, ricamo, lavori a maglia da parte delle donne; fabbricazione di oggetti di legno o lavori di intreccio da parte degli uomini) e attività ricreative o culturali: canto in coro, narrazione di “storie” o di esperienze personali, discussioni su argomenti di attualità, ma anche recitazione di drammi, letture di libri, preghiera collettiva. E non mancavano battute, scherzi e risate. Nella stalla cominciavano spesso i corteggiamenti degli innamorati, sotto gli occhi vigili degli adulti. Riunendo una piccola comunità, la veglia svolgeva anche l’importante funzione di trasmissione culturale da una generazione all’altra.

In dicembre si usa allestire il presepe o presepio, che ha origini medievali, ma che solo nel corso del ‘900 si è diffuso in quasi tutte le case, realizzato per lo più dai ragazzi con l’aiuto dei genitori. Per favorirne la diffusione, molte parrocchie (compresa quelle di Roncadelle) dagli anni ’50 indicevano concorsi per premiare i più meritevoli. Si trattava allora di composizioni fatte con materiali poveri: statuine di gesso, muschio, ghiaia, cortecce di alberi, casette di sughero o di compensato, come anche il minaccioso castello di re Erode; non mancava un ruscello di carta stagnola o un laghetto realizzato con uno specchietto; il tutto era reso suggestivo da lucine colorate, spesso intermittenti; per creare l’effetto neve bastava una spruzzata di farina bianca. Gesù Bambino veniva posto nel suo giaciglio di fieno la notte di Natale; mentre i re Magi comparivano più tardi con i loro cammelli, magari da un angolo di deserto realizzato con due manciate di sabbia o di farina gialla. Insieme al presepe si sono andate diffondendo anche usanze più laiche, di origine nordica, come l’addobbo di un abete e l’arrivo di Babbo Natale come latore di doni, nonché il vischio e l’agrifoglio come augurio di pace e fortuna.  

Nel Medioevo si attendeva il Natale con una veglia notturna, che terminava con la prima messa natalizia. Ora la vigilia si conclude con la messa di mezzanotte. Dopo il “cenone” con l’immancabile anguilla e la mostarda, si possono ascoltare alcune melodie natalizie cantate da qualche coro o suonate da zampognari in cerca di offerte. In passato la venuta del Redentore era salutata anche da spari (con mortaretti o fucili da caccia) e falò, poi sostituiti a Roncadelle da distribuzioni di vino brulé. In alcune cascine si mantenne a lungo l’antica usanza del caidù: nell’aia veniva apprestata una catasta di legna, a cui i poveri potevano attingere per riscaldare le case.

Falò, spari e frastuono caratterizzano da sempre alcune feste invernali, dall’arrivo del Capodanno alla festa di S. Antonio Abate, al Giovedì Grasso. Si tratta di un rito apotropaico, che intende scacciare gli elementi maligni e annunciare una nuova rinascita. È anche il periodo in cui si usa celebrare il “mondo alla rovescia”, dove si ribaltano le convenzioni e le gerarchie sociali e si rappresenta la resistenza della cultura popolare alla omologazione imposta dalle istituzioni e dal potere.

Il Carnevale è una delle tradizioni collettive più antiche, le cui radici affondano nella notte dei tempi. Oggi ridotto a semplice mascherata o sfogo giovanile, il Carnevale rappresentava anticamente un breve e necessario periodo di disordine, di libertà sfrenata, di capovolgimento dell’ordine sociale e morale. A Carnevale ognuno perdeva identità, i ruoli venivano invertiti e la festa collettiva si trasformava spesso in trasgressione e violenza. Avendo resistito ai vari tentativi di addomesticazione da parte delle istituzioni civili e religiose, il Carnevale è rimasto un rito dissacrante e liberatorio, dove le regole sociali vengono momentaneamente sospese e ogni scherzo o scherno viene tollerato; dove si è conservata l’usanza dei travestimenti e delle burle; dove si mettono alla berlina i personaggi più in vista del momento e i simboli più odiati. A Roncadelle si celebra con un corteo mascherato per le vie del paese, a volte accompagnato da gioiose e fantasmagoriche sfilate di carri allegorici, mentre alcuni ragazzi si divertono a schizzare schiuma e a roteare manganelli di plastica.

Il lungo periodo quaresimale imposto dal calendario liturgico cristiano, che prevede quaranta giorni di astinenze (sempre meno rispettate), viene interrotto dal Giovedì Grasso di metà Quaresima, che prevede l’allestimento del rogo pubblico della “Vecchia”, spesso accompagnato dalla lettura di un burlesco e graffiante “testamento” e dalle risate dei presenti. La ècia rappresentava forse l’inverno, il buio, il freddo, la sterilità, il male, contro cui il povero contadino non aveva altra difesa che l’esorcismo e affidava al fuoco il compito di distruggere o purificare tutto ciò che era nocivo. A Roncadelle lo spettacolo è stato allestito negli anni Sessanta e Settanta nello spiazzo al confine tra Roncadelle e Castelmella con le maschere in cartapesta realizzate con arte da Italo Comini. Poi la Vecchia è stata innalzata e bruciata davanti al castello Guaineri o presso l’Oratorio, il più importante centro di aggregazione locale.

Collegate in qualche modo al periodo quaresimale si sono tramandate due devozioni: le Quarantore e il Triduo dei morti. La prima, nata a Milano nel 1527 per onorare il tempo che Gesù trascorse nel sepolcro secondo i Vangeli, consisteva nell’adorazione del Ss. Sacramento per 40 ore consecutive e prevedeva l’esposizione dell’ostensorio su un tronetto affiancato da ceri e candelabri, la presenza di un valido predicatore ed una processione o forme penitenziali comunitarie. La devozione intendeva affermare la presenza reale del corpo di Cristo nell’ostia consacrata. Nel tempo l’intero altare maggiore si è andato addobbando di luci e fiori, fino alla costruzione di “macchine” scenografiche ispirate a quelle allestite in occasione dell’arrivo di importanti autorità religiose o civili. Strutture simili furono allestite anche per i Tridui dedicati al suffragio dei defunti, una devozione nata a Brescia nel 1716, dopo la guerra di successione spagnola, che aveva interessato anche Roncadelle e comportato molte vittime in territorio bresciano. La “macchina del Triduo” era un apparato effimero in stile barocco, generalmente in legno dorato, illuminato da centinaia di candele, al cui centro era collocato l’ostensorio. La devozione intendeva affermare la validità delle preghiere di suffragio per le anime del Purgatorio, in opposizione alla teologia protestante. A Roncadelle esisteva già all’inizio del ‘700 una “macchina” per l’esposizione del SS.mo, con due “scalinate depinte, un pavione depinto che copre tutta la larghezza del choro, legnami ferri e corde per tener in piedi detto pavione, un baldacchino grande sopra detto pavione con sue mazze e franze, 2 tele depinte a fiorami, 2 banchette a scalini depinte”.

Terminata la Quaresima (e la stagione fredda), il Giovedì santo si procedeva alle grandi pulizie della casa, che dopo qualche giorno veniva anche benedetta. Mentre le donne facevano brillare i loro recipienti di rame al sole e si dedicavano alla bügada, i ragazzi si occupavano della pulitura delle catene del focolare trascinandole lungo e di corsa lungo le strade e sui sassi per liberarle dalle incrostazioni di fuliggine accumulate durante l’inverno e lucidandole poi minuziosamente. Il Venerdì santo è legato alla devozione della Via Crucis, una ricostruzione del tragitto compiuto da Gesù a Gerusalemme nell’ultimo giorno della sua vita, con 14 tappe o “stazioni” su cui meditare. Nel pomeriggio i ragazzi usavano rumoreggiare con le sgrésaröle (raganelle di legno) e la sera si svolgeva una solenne processione con la statua del Cristo morto o una rappresentazione della Passione di Gesù.

A Pasqua, festa della Resurrezione, si preparavano le uova sode che le galline, con la bella stagione, erano tornate a deporre in buon numero; e si faceva sfoggio dell’abito nuovo, che doveva poi durare per diversi anni. Tali usanze, chiaramente legate al cambiamento di stagione, rappresentavano l’esigenza di un rinnovamento interiore ed esteriore, in sintonia con la rinascita della natura. Il pranzo pasquale tradizionale era a base di casonsèi, capretto e insalata novella; come dolce, nel Novecento si è diffusa l’usanza della colomba pasquale e dell’uovo di cioccolato, spesso contenente qualche sorpresa, per la gioia dei grandi e dei bambini. Anche il pranzo all’aperto del lunedì dell’Angelo, un vero e proprio pic-nic a base di uova sode, salame e capulì, si ricollegava agli antichi riti primaverili e simboleggiava la riconciliazione con la grande madre terra dopo la lunga stagione invernale.

Un’altra tradizione primaverile era quella delle Rogazioni, processioni propiziatorie mattutine verso i confini del paese e dei campi coltivati, con soste alle santelle, derivate dall’usanza pagana di rimarcare i confini del territorio e di invocare la protezione di Cerere sulle messi. Spesso si procedeva anche a solenni benedizioni della campagna allo scopo di proteggerla dall’insulto della tempesta, della siccità, dei parassiti, contro cui i contadini si sentivano impotenti.

Il legame con il territorio, fonte di sopravvivenza e di identità per la comunità locale, era molto sentito e per la sua difesa si era disposti a tutto. Anche i ragazzi prendevano a pretesto la difesa dei confini territoriali per ingaggiare vere e proprie sassaiole contro i ragazzi delle località vicine. Molte “battaglie” si combattevano sul greto del Mella contro i ragazzi di Castelmella. Un’accesa rivalità esisteva tra le stesse contrade di Roncadelle, che giungeva ad impedire che un giovane di una contrada potesse frequentare una ragazza dell’altra contrada.

Una simpatica tradizione, che si è andata perdendo, era la “barca di san Pietro”. La notte della vigilia di S. Pietro si usava versare l’albume di un uovo in una bottiglia d’acqua, che si metteva a riposare in giardino o sul davanzale. Sfilacciandosi l’albume assumeva “miracolosamente” la forma di una barca a vela o di una rete, simboli del mestiere esercitato dal capo degli apostoli.

In agosto, oltre alla festa dell’Assunta, in passato si celebrava solennemente la ricorrenza di San Rocco, a lungo invocato come difesa dalle pestilenze e considerato vice-patrono della parrocchia di Roncadelle. È stato rappresentato nelle due successive pale dell’altar maggiore, oltre che da una tela del 1643 fatta eseguire da padre Ludovico Porcellaga per la chiesetta di Villanuova (ora scomparsa), nonché da una statua in legno di Gualfredo Sughi del 1836.

L’8 settembre, per antica tradizione, molti roncadellesi si recano alla Madonna del Boschetto della vicina Onzato, una chiesetta campestre eretta nel sec. XII forse sulle rovine di un tempio romano dedicato al dio Silvano in un bosco già sacro ai Galli Cenomani.  E un mese dopo, il 7 ottobre, ricorre la Madonna del Rosario, che celebra una pratica religiosa molto cara a gran parte della popolazione. Il Rosario, che consiste nella ripetizione dell’Ave Maria, ossia del saluto che, secondo il Vangelo, l’angelo rivolse alla vergine Maria, unito alla benedizione di Elisabetta. Introdotto nel sec. XII per i monaci illetterati che non riuscivano ad imparare i 150 salmi della Bibbia, venne poi adottato come forma di preghiera popolare con l’aggiunta, alla metà del ‘300, della seconda parte (il “Santa Maria”). La diffusione del Rosario venne favorita dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), nella quale i cristiani sconfissero la flotta turca. A Roncadelle ebbe grande impulso grazie alla Schola o Confraternita del S. Rosario, sorta nel 1609 per iniziativa del padre domenicano Massimo da Verola; un altare della parrocchiale venne allora dedicato alla Madonna del Rosario, alla quale si usava donare ornamenti preziosi e alla quale si dedicava ogni anno una solenne processione.

Un’utile tradizione ecologica è da oltre un secolo la Festa degli Alberi. Istituita a Roma il 21 novembre 1898 dal ministro Guido Baccelli, coinvolse sin dall’inizio i bambini delle scuole dell’obbligo e servì sia ad educare al rispetto della vegetazione, sia a piantare nuovi alberi. Istituzionalizzata con la Legge Forestale del 1923, la ricorrenza venne rilanciata nel 1951 ed ha mantenuto rilevanza nazionale fino al 1979, quando venne delegata alle Regioni. Nel 1992 si stabilì che ogni Comune italiano dovesse mettere a dimora un albero per ogni neonato registrato all’anagrafe e dal 2013 la ricorrenza è diventata “Giornata nazionale dell’Albero”, dedicata ogni anno ad uno specifico tema. L’Amministrazione comunale di Roncadelle sostiene da tempo questa tradizione ed il paese è diventato uno dei centri abitati maggiormente dotati di verde pubblico.

Roncadelle non ha coltivato in passato una sua tipica tradizione; negli ultimi decenni sono state proposte manifestazioni continuative di un certo interesse e richiamo: Riviste di teatro e danza, Palio delle Contrade, Concerti in Castello, Roncola d’Oro, Roncadelle in fermento, ecc. La più longeva delle nuove manifestazioni è il “Mercatino del Tempo che fu”, nato nel maggio 1993 per iniziativa di Giuseppe Chizzolini, che vanta 300 espositori e continua a richiamare visitatori da varie località. Le numerose associazioni locali di volontariato e i nuovi spazi di aggregazione si propongono comunque come tessuto connettivo della comunità, in grado di salvaguardare i valori perenni trasmessi dalle vecchie tradizioni rinnovandone il significato e la ricchezza culturale.

 

                                                                                                                              G. Luigi Vernia   

                 
 

Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE - INIZIATIVE
Ufficio: Cultura e Sport

L’Amministrazione Comunale di Roncadelle intende rinnovare anche quest’anno le iniziative legate alla Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre. A tal proposito verranno organizzati degli eventi per riflettere insieme, "non dimenticare" e continuare il percorso di educazione al rispetto della persona. Inoltre durante questa importante giornata sarebbe gradevole vedere indossato dai cittadini un dettaglio di colore rosso. 

 

Le iniziative proposte saranno ON-LINE nel rispetto delle normative anti covid-19 vigenti.

 

PROIEZIONE DELLO SPETTACOLO TEATRALE "Ti amo da morirNe"

Venerdì 27 novembre ore 21,00

Lo spettacolo sarà visibile in streaming collegandosi alla pagina facebook del Comune di Roncadelle.

 

VIDEO CONFERENZA "Coronavirus e violenza sulle donne: costi umani, costi economici"

La conferenza si svolgerà mercoledì 25 novembre alle 21,00.

Per accedere alla conferenza è necessario accedere alla piattaforma Zoom tramite il link.

ID riunione: 999 6908 9327
Passcode: 312481

 

La partecipazione agli eventi on-line è gratuita.

 

In allegato: il dettaglio degli eventi proposti.

Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
PROGRAMMA PER LA FESTA DEL 25 APRILE
Ufficio: Cultura e Sport

 

 

In occasione dell’Anniversario della Liberazione, sono diverse le iniziative che sono state organizzate sul territorio per celebrare la ricorrenza nel rispetto delle misure previste dalla vigente normativa per il contenimento dell’epidemia da Covid-19. Di seguito il programma:

 

Sabato 24 Aprile: "Strade di Liberazione", evento a cura dell’associazione ANPI Roncadelle, che vedrà la posa di un fiore nelle vie del paese intestate a partigiani e antifascisti e al cippo del partigiano Comaroli Luigi presso il nostro cimitero accompagnata da una fotografia che sarà poi postata sulla pagina facebook di ANPI Roncadelle. Sul sito www.noipartigiani.it si può visualizzare il “Memoriale della resistenza italiana”, un mosaico digitale di volti di partigiane e partigiani che rappresentano un insieme di storie di vita raccontate in tarda età dai diretti interessati, allora giovanissimi. Questa raccolta di memorie è ancora in corso con l'obiettivo di racchiudere in questo mosaico il massimo numero di testimonianze dei protagonisti della Resistenza, comprese le molte rilasciate in precedenza e disseminate in vari archivi.

 

Domenica 25 Aprile: “manifestazione celebrativa” a cura dell’Amministrazione comunale senza il tradizionale corteo:

 

ore 11,00 - Santa Messa celebrata dal Parroco don Gigi Gaia presso la Chiesa Parrocchiale.

Seguirà la deposizione di una corona di alloro al Monumento ai Caduti nel Cimitero comunale ed al Monumento agli Alpini presso la Casa degli Alpini.

 

Per dimostrare la propria sensibilità alla giornata, il Consiglio comunale dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Roncadelle, ha deciso di registrare i messaggi di alcuni ragazzi che si potranno ascoltare il giorno della ricorrenza cliccando al link che verrà successivamente fornito.

 

Si invita la cittadinanza a partecipare simbolicamente con l’esposizione della bandiera tricolore ai balconi e finestre delle abitazioni.

 

 

Inoltre in allegato è presente il programma stilato dall'Amministrazione. 

VIAGGIO IN BOSNIA 1-4 GIUGNO 2023
Ufficio: Cultura e Sport

 

Si ricorda alle associazioni che sono ancora aperte le iscrizioni per la partecipazione al "Viaggio In Bosnia" previsto per l'1-4 Giugno 2023.

 

La scadenza per la iscrizione da effettuarsi via e-mail (agostino.zanotti@comune.roncadelle.bs.it - pierluigi.marchina@comune.roncadelle.bs.it - segreteria@comune.roncadelle.bs.it) è stata prorogata al 1°Maggio 2023.

 

 

Per informazioni sul programma del viaggio consultare la locandina allegata.

Ufficio: Cultura e Sport
SCRIVIMI UNA STORIA - XI^ EDIZIONE
Ufficio: Cultura e Sport

 

L'associazione Don Chisciotte, in collaborazione con la Biblioteca comunale, l'Assessorato alla Cultura del comune di Roncadelle e Il Mercatino del tempo che fu e con il patrocinio della Provincia di Brescia, ripropone il concorso a racconti brevi "SCRIVIMI UNA STORIA", giunto ormai alla sua XI^ Edizione.

 

Il racconto a tema libero è aperto a tutti e va inoltrato entro e non oltre domenica 22 maggio 2022 alla Biblioteca comunale o all'indirizzo mail: scrivimiunastoria@comune.roncadelle.bs.it


Le opere devono essere presentate anonime e dovranno essere  inedite e mai premiate in altri concorsi al momento dell’invio. Il modulo di iscrizione è preferibile compilarlo digitalmente firmandolo poi a mano.

 

Le opere devono essere dotate di titolo che va inserito in tutte le pagine, insieme alla  categoria di appartenenza. Quelle ricevute fuori dalla scadenza non saranno prese in considerazione. In ogni caso il materiale non sarà restituito.

Tra i finalisti saranno proclamati i primi tre classificati di ogni categoria il giorno della Cerimonia di premiazione, che si terrà il 10 settembre 2022.

L'iscrizione al concorso è gratuita.

Per maggiori dettagli consultare il volantino dell'iniziativa e il Regolamento del concorso allegati.

GIORNATA NAZIONALE DELLE VITTIME CIVILI DELLE GUERRE
Ufficio: Cultura e Sport

 

 

 

 

Il Comune di Roncadelle aderisce alla Giornata Nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo che si celebra il 1° febbraio di ogni anno per conservare la memoria dei conflitti del passato e per attirare l’attenzionale sul dramma che vivono i civili di tutto il mondo coinvolti in guerre e conflitti armati.

La Giornata di quest’anno assume un particolare significato a causa del drammatico contesto internazionale: nell'ultimo anno sono state oltre 33.000* le vittime civili coinvolte nei 31* conflitti in corso nel mondo. Un numero di vittime che non era così elevato dal 2010, fortemente condizionato dal protrarsi del conflitto russo-ucraino e dalla recrudescenza del conflitto israelo-palestinese.

 

 

Abbiamo raccolto, pertanto, con convinzione l’invito dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) e dell’Associazione Nazionale Comuni italiani (ANCI) ad aderire alla campagna “Stop alle bombe sui civili”, illuminando di blu nella serata del 1° febbraio  il PALAZZO COMUNALE, come appello alla collettività e alla comunità internazionale affinché le Convenzioni, i Trattati e le Dichiarazioni internazionali, che già esistono per la protezione dei civili, vengano estesi, attuati e rispettati. La Convenzione di Ginevra e i protocolli aggiuntivi, il Trattato di Ottawa sulla messa al bando delle mine antiuomo, la Convenzione Onu sulle bombe a grappolo, la Convenzione delle Nazioni Unite sulle armi convenzionali, la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, solo per citare le principali.

 

 

Invitiamo tutti i cittadini ad approfondire il tema della Giornata e più in generale delle vittime civili di guerra attraverso il sito www.anvcg.it e i canali social dell’Associazione


 

 

Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
BANDO DI CONCORSO DI IDEE PER REALIZZAZIONE DI UNA STELE IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA

BANDO DI CONCORSO DI IDEE PER IDEAZIONE E SUCCESSIVA REALIZZAZIONE DI UNA STELE IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA

 

 

Il Comune di Roncadelle, con delibera n°64 del 31 maggio 2023, organizza un concorso di idee per la realizzazione di una stele in ricordo delle vittime roncadellesi a seguito della pandemia da Covid -19, da posizionare alla radura della memoria in via E. Fermi in prossimità dell’albero d’ulivo.

 

La partecipazione al Concorso d’idee è gratuita.

 

Il periodo di invio dei progetti:

 

- dal 7 giugno 2023 al 6 luglio 2023 compresi entro le ore 12:00.

 

Le comunicazione dei risultati sul sito del comune entro il 6 agosto 2023.

 

La domanda di partecipazione al concorso, da redigere sull’allegato modello A e il progetto, devono pervenire via e-mail all’indirizzo lavoripubblici@comune.roncadelle.bs.it indicando nome e cognome dell’autore e come oggetto #concorsostele.

 

Alla domanda di partecipazione deve essere allegata la copia di un documento di identità in corso di validità.

 

Per maggiori informazioni consultare il bando presente negli allegati.

INCONTRI IN BIBLIOTECA: TE' DELLE CINQUE E CLUB SERALE

 

 

Si avvisa la cittadinanza che riprenderanno i gruppi di lettura in biblioteca comunale

Gli incontri si terranno:

 

Il tè delle cinque - ogni due settimane il martedì dalle 17:00 alle 18:00 (ci si scambia consigli sui libri letti)

Il club serale - il lunedì di ogni mese dalle 20:30 (si leggono libri scelti dal gruppo e se ne discute).

 

Prossimi incontri: martedì 01 Ottobre ore 17:00

lunedì 21 ottobre ore 20:30

 

libri in lettura: Dalla stessa parte mi troverai (Valentina Mira) e Una famiglia moderna (Helga Flatland) 

Ritirali o prenotali in biblioteca

 


 

Ingresso libero senza prenotazione!

 

Vi aspettiamo numerosi!

Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
UN ALBERO DI PACE A RONCADELLE INSIEME A NAGASAKI
Ufficio: Segreteria

Dopo lo sgangio del secondo ordigno atomico sulla città di Nagasaki si salvò solamente una pianta di KAKI (in giapponese) dalla quale si riuscirono ad estrapolare aluni innesti che ancora oggi vengono messi a dimora di tutto il mondo, come segno di pace e come gesto che rifiuta la guerra, in particolare se fatta con armi nucleari.

 

A Roncadelle, che è comune per la pace dal 2006, con l'adesione al "Kaki Tree Project" fu messa dimora nell'Aprile 2012 ad una pianta di kaki nel giardino dell'Istituto Comprensivo di via Togliatti.

 

In occasione della recente adesione all'Associazione NAGASAKI - BRESCIA KAKI TREE for EUROPE-ETS la Giunta Comunale ha deciso durane la mattinata di venerdì 27 novembre di consegnare ad ogni classe della scuola primaria e secondaria i frutti raccolti da questo albero. I kaki rimanenti verranno regalati al mercato contadino come segno di pace.

 

Questo gesto vuole mantenere vivo il ricordo di una immane tragedia da cui è nata comunque una nuova vita che genera una grande speranza di PACE.

 

Come la pianta deve avere radici forti per crescere e dare buoni frutti, così la Pace ha bisogno di convinzioni altrettanto profonde per dare all'umanità i suoi preziosi frutti.

 

Per ulteriori informazioni è presente in allegato il volantino.

Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
1° MAGGIO - FESTA DEI LAVORATORI
Ufficio: Cultura e Sport

 

Nella giornata di domani, sabato 1 maggio 2021, si celebra la FESTA DEI LAVORATORI.

 

In questa occasione a Brescia si terranno delle iniziative organizzate dai tre Sindacati Cgil, Cisl e Uil il cui slogan è "L'Italia Si Cura con il lavoro".

 

In questa edizione del Primo Maggio, caratterizzata anche quest'anno dall'emergenza sanitaria, le celebrazioni si apriranno con l'omaggio dei tre segretari generali di Cgil Cisl e Uil alle lavoratrici e ai lavoratori del centro vaccinale di via Morelli. Un gesto dal valore simbolico che si rivolge al personale sanitario e a tutt* coloro che, attraverso enormi sacrifici, hanno portato un fondamentale contributo all'intera società in questo anno difficile; un omaggio in un luogo embelmatico di questa nuova fase della lotta al virus, colpito dal vile atto terroristico di poche settimane fa.

 

A seguire si terrà la cerimonia ufficiale in Piazza della Loggia, quest'anno finalmente in presenza, sempre nel rispetto delle norme sanitarie vigenti e di conseguenza in modalità contingentata. A partire dalle ore 9.30 si alterneranno sul podio gli interventi delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori sanità, turismo e spettacolo, inframezzati dalle note di una sezione ridotta della Banda cittadina.

 

L'intervento conclusivo sarà tenuto da Francesco Bertoli, segretario generale della Cgil di Brescia.

 

L'Amministrazione Comunale di Roncadelle invita cittadini e cittadine a partecipare alle iniziative che si terranno a Brescia in occasione del Primo Maggio. Auspica che lavoratrici e lavoratori, disoccupate e disoccupati, ma soprattutto i giovani possano trovare un lavoro dignitoso dove esprimere al meglio le proprie qualità e costruire un futuro sereno in una Italia SiCURA. 

 

 

 

L'amministrazione in occasione di questo giorno vuole porre l'attenzione dei cittadini anche su altri eventi che ultimamente si stanno intensificando ed aggravando: le aggressioni ai danni di lavoratori migranti.

Queste aggressioni sono in continuo aumento, in particolare nelle zone in cui sono impegnati in agricoltura. Questi sono atti disumani che devono avere fine anche attraverso l'informazione.

"Siamo stanchi di questa condizione, stanchi di assistere a una mattanza senza fine. Una mattanza di vite, diritti, dignità" - Flai Cgil.

 

 

In allegato il volantino degli eventi organizzati a Brescia.

Ufficio: Cultura e Sport
AVVISO ALLA CITTADINANZA - IL MERCATINO DEL TEMPO CHE FU
Ufficio: Cultura e Sport

 

Si avvisa la cittadinanza che nel mese di dicembre 2025 la manifestazione espositiva
"Mercatino del tempo che fu" si svolgerà nelle giornate di:

 

domenica 7 dicembre 2025, dalle ore 08:00 alle 18:00, presso il Parco Cono Ottico di Roncadelle

domenica 28 dicembre 2025, dalle ore 08:00 alle 18:00, presso il centro commerciale le Rondinelle

 

 

Marcia Perugi-Assisi della pace e della fraternità 2023
Ufficio: Cultura e Sport

Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità

 

TRASFORMIAMO IL FUTURO


 

domenica 21 maggio 2023

 

Partenza ore 9.00 da Perugia, Giardini del Frontone

Arrivo ore 15.30 ad Assisi, Rocca Maggiore


 

INFORMAZIONI UTILI

 

 La Marcia PerugiAssisi si svolgerà domenica 21 maggio 2021, con partenza alle ore 9.00 dai Giardini del Frontone di Perugia e arrivo ad Assisi presso la Rocca Maggiore alle ore 15:00/15.30. Il percorso è di circa 24 Km.

 

Perugia, ore 8.00
I/Le Presidenti, Sindaci, Assessori, Consiglieri devono arrivare, con i Gonfaloni, entro le ore 8.00 a Perugia (Giardini del Frontone).
Le auto dovranno scendere i Gonfaloni nei pressi di Porta San Costanzo (Viale Roma) e recarsi a parcheggiare a Ponte San Giovanni nel parcheggio di via P. Cestellini (presso il centro commerciale Apogeo).

 

I gonfaloni e le autorità che intendono fare solo il primo tratto della Marcia, usciranno dal corteo a Ponte San Giovanni, in via P. Cestellini (Parcheggio davanti al centro commerciale Apogeo) dove li attendono le auto.

Gli amministratori e i gonfaloni che vengono a Perugia in pullman possono raggiungere Assisi salendo nel pullman messo a disposizione dal Comitato promotore della Perugiassisi a Ponte San Giovanni, in via P. Cestellini (Parcheggio davanti al centro commerciale Apogeo).


Successivamente Amministratori e Gonfaloni si recheranno ad Assisi

 

Assisi, Piazza San Francesco ore 14.00
I/Le Presidenti, Sindaci, Assessori, Consiglieri devono arrivare, con i gonfaloni, ad Assisi in Piazza San Francesco entro le ore 13.30.
Alle ore 14.00 è prevista la firma del Patto educativo.
Successivamente tutti riprenderanno il cammino sino alla Rocca Maggiore dove si svolgerà la manifestazione conclusiva.
Le auto dovranno lasciare gli amministratori e i gonfaloni in Piazza Giovanni Paolo II e andare a parcheggiare al Parcheggio di Piazza Matteotti dove attenderanno fino al termine della manifestazione.


Assisi, Rocca Maggiore ore 15.00
Durante la manifestazione conclusiva della Marcia i/le Presidenti, Sindaci, Assessori, Consiglieri saranno invitati a salire sul palco per dare un volto al lavoro straordinario che viene fatto nei nostri paesi e nelle nostre città per fare pace a km 0 costruendo una società della cura. La pace e la cura cominciano dalle nostre città dove dobbiamo sviluppare la nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta.

 

 

Per ulteriori informazioni: Comitato Promotore Marcia Perugia-Assisi
via della Viola, 1 06122 Perugia Tel. 335.6590356 – WhatsApp 3371078906
email: adesioni@perlapace.it - www.perlapace.it - www.perugiassisi.org


 

 

Ufficio: Cultura e Sport
EMERGENZA UCRAINA: UN'ITALIA CHE AIUTA
Ufficio: Cultura e Sport

L'Amministrazione comunale segue costantemente l'evolversi del tragico conflitto in Ucraina con particolare attenzione alle ripercussioni sulla popolazione civile. Ci stiamo operando su più iniziative:

Aiuti umanitari:
Chiediamo ai cittadini di convergere verso la richiesta della CRI unità di Brescia https://www.facebook.com/CRIBrescia

Anche un piccolo contributo può fare la differenza. Sostieni la nostra raccolta fondi per l'#EmergenzaUcraina:   dona.cri.it/emergenzaucraina.

 

I fondi saranno utilizzati per supportare la #CroceRossaUcraina Червоний Хрест України e le Croci Rosse delle nazioni vicine nelle operazioni di soccorso.

 

Non raccogliamo beni materiali.


Grazie a tutti per quello che potrete fare.

 

#Ucraina #UnItaliaCheAiuta #brescia
#CroceRossaItaliana #crocerossabrescia


Accoglienza umanitaria:

In questi giorni il coordinamento SAI ( Sistema di Accoglienza e Integrazione), al quale aderisce anche il nostro comune, sta coordinando le eventuali adesioni degli enti locali per nuove accoglienze.

Al momento l'invito è quello di indirizzare eventuali arrivi di famiglie o singoli alla questura per avviare la procedura di richiesta di protezione internazionale.

Iniziative con la comunità:
Stiamo organizzando alcuni appuntamenti rivolti alla comunità per sentirci uniti e solidali verso le popolazioni colpite dal conflitto e ribadire a gran voce il nostro NO alla guerra.

 

 

In allegato è presente il pdf del comunicato stampa della Croce Rossa Brescia per l'emergenza Ucraina

 

Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo

 

 

 

 

 

Martedì 2 aprile si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull'Autismo.

 

L’iniziativa è alla sua diciassettesima edizione, la giornata fu infatti istituita a novembre del 2007 dall’Assemblea delle Nazioni Unite. Anche quest’anno, alcuni dei monumenti più importanti del mondo si tingeranno di blu, il colore scelto dall’ONU per connotare lo spettro autistico.

 

L'evento è un'opportunità per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di garantire alle persone autistiche una vita piena e soddisfacente.

 

La giornata mondiale dell'autismo promuove la ricerca e la diagnosi contrastando la discriminazione e l’isolamento di cui sono ancora oggi vittime le persone autistiche e le loro famiglie.

 

L'obiettivo del 2 Aprile è proprio quello di migliorare la qualità della vita delle persone autistiche, puntando i riflettori su questa particolare disabilità.

 

Anche il nostro Comune dunque, che è molto sensibile a questo tema, illuminerà di blu la facciata del Municipio durante questa giornata.

 

Per maggiori informazioni clicca sul seguente link:https://www.autismo.it/blog/giornata-mondiale-autismo  

  

Ufficio: Cultura e Sport
Ufficio: Cultura e Sport
ESITO SELEZIONE CONCORSO DI IDEE PER LA REALIZZAZIONE DI UN MURALES IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA
Ufficio: Lavori Pubblici e Manutenzione

BANDO DI CONCORSO DI IDEE PER L'IDEAZIONE E LA SUCCESSIVA REALIZZAZIONE DI UN MURALES IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA PANDEMIA

 

 

ESITO DELLA SELEZIONE

 

Si informa che si sono conclusi i lavori della commissione per la selezione del soggetto vincitore del concorso di idee.

 

Proposte presentate: 5

 

Vincitore del concorso: Andrea Nova di Brescia

 

Per completezza di informazioni si pubblica in allegato il verbale dei lavori della commissione.

RACCOLTA ABITI USATI

 

 

L'agenzia Network Pro Srl in collaborazione con il centro commerciale Rondinelle e con il patrocinio del Comune di Roncadelle hanno organizzato l'iniziativa "Raccolta abiti usati"

che si svolgerà sabato 12 ottobre e sabato 19 ottobre dalle 10:00 alle 18:00 presso il centro commerciale Rondinelle.

L’iniziativa consiste nella raccolta di abiti usati che verranno consegnati ai più bisognosi attraverso il ritiro da parte della cooperativa sociale Cauto.

 

Per maggiori informazioni consultare la locandina allegata!

Ufficio: Cultura e Sport