CHIESE DI SANTA GIULIA

Esterno dell'antica chiesa di Santa GIulia (in via S. Bernardino)
La devozione a S. Giulia, una martire cristiana del V secolo, di cui si hanno poche e incerte notizie storiche, si diffuse tra la popolazione bresciana dopo che una parte della sua salma venne traslata nel monastero di S. Salvatore, che prese poi il nome della santa. Nella sua millenaria presenza sul territorio di Roncadelle, il monastero ha fatto edificare due chiesette a lei dedicate, che hanno lasciato una significativa traccia storica e artistica.
L’antica chiesetta di S. Giulia corrisponde con ogni probabilità all’edificio situato in via S. Bernardino (ai civici nn. 52-56) sull’angolo dell’attuale via Gagarin. È documentata dal 15 maggio 1306, quando i capifamiglia di Roncadelle, nella platea (piazza) antistante la chiesa, vi tennero un’importante vicinia (v.). La città di Brescia aveva da poco esteso la propria protezione al territorio di Roncadelle e la comunità locale si sentiva più sicura. Alla presenza di un notaio e di due pubblici ufficiali della città, gli uomini della comunità chiesero alla badessa del Monastero di nominare un sacerdote che si dedicasse in modo permanente alla cura d’anime a Roncadelle impegnandosi a fornirgli i necessari mezzi di sostentamento. Anche se non poté aver seguito, anche a causa della terribile pestilenza che colpì la popolazione pochi anni dopo, quella deliberazione si può considerare l’atto di nascita della comunità roncadellese in quanto manifestava chiaramente non solo una crescita demografica ed un certo sviluppo economico, ma anche l’affermazione di una coscienza comunitaria.
La chiesetta aveva dimensioni piuttosto ridotte, ma sufficienti per accogliervi le poche decine di famiglie allora residenti a Roncadelle. Orientata verso est (secondo la tradizionale disposizione delle chiese più antiche), aveva un’unica navata e un’abside a pianta quadrata, all’interno della quale era conservato fino alla seconda metà del ‘900 un pregevole affresco raffigurante un “Cristo crocifisso con quattro Santi ai piedi della Croce”, tra cui la martire S. Giulia; ed è rimasto un riquadro di circa m. 2 x 1,90 con incisa un’iscrizione sulla cornice in marmo, che rimanda ad un affresco precedente: FF HONORIUS / INVENTIO S. CRUCIS / VISITATIO S. AN / SA … ET CIPRIANI Mx”.
Per almeno due secoli questa chiesetta fu il riferimento cultuale-religioso della comunità locale. Un sacerdote veniva inviato dal monastero di Brescia a celebrare messa ogni domenica e nelle altre festività religiose, ma in caso di forte maltempo non si presentava; siccome si spostava generalmente a piedi, i fedeli gli regalavano ogni anno un paio di scarpe nuove.
Quando i Porcellaga (v.), divenuti signori del territorio locale, nel 1525 acquistarono il giuspatronato (v.) della chiesa di S. Bernardino facendola poi diventare il nuovo riferimento religioso della comunità, causarono il tramonto della chiesetta di S. Giulia. Durante la visita pastorale del 1565 il curato-parroco di Roncadelle, don Bernardo Bertoldi, interrogato su detta chiesetta, dichiarò al vescovo Domenico Bollani che “vi si dice messa le feste a istanza delle monache di S. Giulia di Brescia, ed è di dette monache et non è consacrata”. In realtà la consacrazione era avvenuta il 16 settembre 1537 ad opera del giovane arcivescovo di Spalato, Andrea Cornaro, su licenza del card. Francesco Cornaro, amministratore perpetuo della Chiesa bresciana.
Ma il destino della piccola chiesa era segnato; per rivitalizzarne la funzione, nel 1663 il Priore generale della Dottrina cristiana propose di trasferire la “dottrina delle donne” dalla chiesa parrocchiale in quella di S. Giulia. Nel 1684 gli abitanti della zona denunciarono infine lo spoglio della chiesetta, ormai inutilizzata, intentato dal Vescovo di Brescia.
Come era accaduto per l’antica cascina di S. Giulina della Contrada di Sopra, che era stata soppiantata dal nuovo cascinale di S. Giulia sulla strada per Travagliato per la gestione dei possedimenti del monastero, così avvenne anche per l’antica chiesetta. Il 14 maggio 1754 gli affittuari Domenico Andreolino e Giovanni Ogna si impegnarono ad erigere una piccola chiesa presso il cascinale di S. Giulia “a comodo di quelli abitanti”. La chiesetta venne eretta a poca distanza dalla santella (v.), che da due secoli testimoniava la devozione popolare per la Madonna e invitava i passanti ad una breve sosta. Due anni dopo, il 5 giugno 1756, venne anche assegnato il reddito di un appezzamento di terra di 7 piò al nuovo “oratorio” per la sua manutenzione.
Nel 1792, in occasione della visita del Vescovo alle chiesette di S. Giulia (quella di Roncadelle e quella della Campagna) venne ribadito il diritto del monastero giuliano sui due “oratori”. Ma pochi anni dopo, nel 1798, a seguito delle leggi rivoluzionarie giacobine, il monastero venne soppresso e tutti i suoi beni furono confiscati e messi all’incanto. Insieme ai vasti possedimenti locali di S. Giulia, anche le due chiesette passarono in proprietà a Lodovico Franzini. La chiesetta antica divenne poi di proprietà dei Guaineri, che acquistarono Santa Giulina, e venne trasformata in abitazione privata; mentre la chiesetta nuova venne dedicata alla Beata Vergine della Mercede, una devozione un tempo rivolta al riscatto degli schiavi, che alla fine del ‘600 era stata estesa a tutta la cristianità per esaltare la misericordia divina, e la sua memoria liturgica venne fissata il 24 settembre.
La chiesetta venne affrescata con medaglioni monocromi raffiguranti due eroi e due eroine del Vecchio Testamento: Mosè contro l’adorazione del serpente, Davide che affronta Golia, Giuditta con il capo mozzato di Oloferne, Gioele che uccide Sisara con un chiodo (un piolo da tenda). Sulla volta del soffitto è dipinta una “Incoronazione della Vergine” con la Trinità divina. La pala d’altare originaria (scomparsa tempo fa) è stata sostituita da una statua della Vergine.
La chiesetta custodisce anche una reliquia della Santa Croce in un ostensorio d’argento ed un quadro votivo ad olio del 1815, che rappresenta una processione della comunità locale con sette sacerdoti, e riporta la scritta “Il giorno 13 agosto 1815 fu scoperta a pubblica venerazione questa B.V.M. dal popolo divoto di Roncadelle portandosi prosisionalmente in questa chiesa per implorare dalla Divina misericordia la tanto bramata grazia della serenità che miracolosamente tosto ne fu esaudito. G.P.F.F.” Non si conosce il motivo di tale manifestazione religiosa, che consentì il ritorno della auspicata serenità. Era di carattere climatico? (le calamità naturali erano piuttosto frequenti e, quando si prolungavano, mettevano a rischio i raccolti), o socio-politico? (il territorio bresciano era passato da poco sotto il dominio del cattolicissimo Impero austro-ungarico, dopo la sconfitta definiva di Napoleone, che aveva portato una ventata laica e anticlericale), oppure religioso? (pochi anni prima un dissidio tra il parroco e il capo fabbriciere Scipione Guaineri aveva creato una contrapposizione tra i fedeli).
La chiesetta venne utilizzata, oltre che dai residenti in via S. Giulia, anche dai parrocchiani di Roncadelle per la ricorrenza della Santa (22 maggio) e per festività legate alla devozione mariana. Rimase poi a lungo trascurata, finché i proprietari (e in particolare la famiglia Falappi) hanno restituito piena dignità alla chiesetta procedendo ai necessari restauri e al recupero dei dipinti, oltre che a nuovi arredi.


