SPORT

Lo sport è palestra di vita, dove si impara l’impegno e la fatica per raggiungere una meta, dove s’impara il rispetto delle regole e per l’avversario, dove si condividono difficoltà e successi, sacrifici ed entusiasmi, dove si impara a risorgere dopo una sconfitta, dove si sviluppano i propri talenti e si mettono al servizio della squadra. È quindi un percorso di formazione, utile soprattutto ai giovani.
È una storia appassionante quella dello sport roncadellese, che negli ultimi 50 anni, in un crescendo rossiniano, ha portato alcuni atleti sulle più alte vette sportive e la popolazione locale ad una partecipazione corale sempre più ampia.
Attività definibili come sportive sono sempre state praticate nel corso della storia sia per diletto che per agonismo, anche in piccole comunità. Basti pensare alle gare di corsa, di lanci, di salti o, per i nobili, all’equitazione, alla scherma, alla caccia. A volte erano esercizi di vigore muscolare o di resistenza, magari di preparazione alla guerra; altre volte di divertimento per sé e per eventuali spettatori.
Per quanto riguarda Roncadelle, la pur scarsa documentazione storica ci parla della caccia, esercitata nel Medioevo da re e duchi longobardi (v.) presso il Mella; e nel ‘500 e ‘600 dai Porcellaga (v.) e dai Guaineri a Villa Nuova (v.); ci parla del gioco della palla (a mano) esercitata in castello nel ‘500 e dell’equitazione esercitata dai Martinengo Colleoni (v.) nel ‘700 e dai Guaineri (v.) nell’800 e nel ‘900 utilizzando anche la cavallerizza realizzata presso il castello (v.).
Ma per arrivare all’attività sportiva secondo i parametri attuali, bisogna partire dal tardo ‘800, quando troviamo addirittura un campione roncadellese. Si tratta di Giuseppe Moreschi (1873-1950), uno dei pionieri del ciclismo italiano. Nel 1891 comperò un biciclo e poi un “bicicletto” (come si chiamava allora). Nel 1889 decise di cimentarsi in corse ciclistiche, ma siccome era rischioso affrontare le strade del tempo, si creò una pista a domicilio sradicando le viti del brolo attiguo al suo negozio di forneria a Roncadelle. Divenne socio attivo della sezione ciclistica della Società Ginnastica “Forza e Costanza” di Brescia. Nel 1892 vinse la corsa Brescia-Cremona-Brescia. La sua più importante vittoria fu però l’Alessandria-Acqui-Tortona del 6 giugno 1893, gara valevole per il titolo di campione italiano su strada, precedendo sui 100 km del percorso (compiuti in 3 ore e 7 minuti) famosi ciclisti come Arturo Nuvolari e Carlo Dani. Si cimentò contro campioni del calibro di Zimmerman, Desgrage, Robecchi, Genta, Ruscelli, Pasta, Bixio. Oltre alle corse su strada, Moreschi praticò anche la pista in gare di velocità e corse anche in tandem con Arturo Nuvolari, padre del celeberrimo Tazio. Ebbe però una carriera sportiva breve, dovendo dedicarsi al suo esercizio commerciale.
Ad organizzare attività sportive continuative a Roncadelle nei primi decenni del ‘900 fu anzitutto la parrocchia (v.), che realizzò un primo Oratorio a sud della chiesa (nell’area poi occupata dalla Casa del Giovane), dove i ragazzi (maschi) si trovavano spesso anche per giocare a pallone, mentre il regime fascista radunava bambini e giovani del paese il sabato mattina per giochi ginnici e parate. Ma fu nel secondo dopoguerra che lo sport diventò una pratica sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani.
Quando si diede vita al nuovo Oratorio (v.) a nord-ovest del castello, venne realizzato un vero campo da calcio (lungo 110 metri e largo 45), che fu inaugurato nel 1949 e, da allora, molto utilizzato dai ragazzi nel pomeriggio e dai tornei di calcio nelle serate estive, mentre le urla del pubblico e dell’altoparlante si espandevano per il paese. Periodicamente vi si organizzavano anche gare sportive di altro genere, ma lo sport più praticato era il calcio, che formò alcuni bravi giocatori. Il più famoso di quel periodo fu Vincenzo Gasperi (1937-2003), che cominciò la sua carriera di calciatore a Roncadelle e nelle formazioni giovanili del Brescia. Esordì con le “rondinelle” in serie B nel 1955 a soli 18 anni. L’anno seguente arrivò in serie A con i rossoblu del Bologna. Giocò poi nella Spal, nel Padova e nell’Atalanta. Giocò anche una partita in Nazionale Under 23 nel 1959 contro la Spagna. Nel 1961 passò alla Lazio, dove rimase cinque anni. Gareggiò poi nel Varese, nel Modena e nella Vis Pesaro. Si dedicò quindi ad allenare squadre di serie D e di Promozione emiliano-romagnole.
Tra le manifestazioni sportive svoltesi a Roncadelle in quel periodo, la più eclatante fu la gara ciclistica a cronometro a squadre valevole per l’assegnazione del titolo di Campione del mondo Dilettanti su un percorso di 54 km da compiere due volte con partenza e arrivo a Roncadelle sulla strada statale (area hotel President). Data l’eccezionalità dell’evento, tutti i Roncadellesi si erano dati da fare (alcuni dietro un’ordinanza del sindaco Luigi Sala) per rendere il paese più accogliente, provvedendo a rimettere l’intonaco ai muri decrepiti e ad organizzare una serie di servizi utili alla manifestazione. Ai lati del rettilineo d’arrivo erano state montate due maestose tribune. La presenza della televisione, per la prima volta a Roncadelle, aumentava l’interesse e la curiosità. La squadra italiana era composta dal bresciano Antonio Tagliani, dal bustese Danilo Grassi, dai veneti Mario Maino e Dino Zandegù. Avversari temibili erano i sovietici, i polacchi e gli uruguaiani. Le partenze delle varie squadre iniziarono alle ore 13 e si susseguivano ogni tre minuti. La squadra azzurra tenne un buon ritmo, tanto da superare la squadra svizzera, ma ad un certo punto Maino, colpito da forti dolori al ventre, si ritirò e, nell’apprenderlo, tutti gli spettatori ammutolirono. Il c.t. Rimedio non esitò a mettere i suoi tre ragazzi superstiti sotto pressione. Come furie scatenate gli azzurri piombarono addosso alla squadra polacca e la superarono di slancio in un gran finale entusiasmante. E tagliarono il traguardo col tempo migliore. Era il 30 agosto 1962.
A gestire le attività sportive locali fu dapprima l’U.S.O.R. (Unione Sportiva Oratorio Roncadelle), presieduta da Franco Delaini, poi trasformata in Polisportiva nel 1970, che organizzava tornei notturni di calcio, corse ciclistiche per esordienti e allievi, Giochi della Gioventù, gite sciistiche, attività di palestra, ecc. Pur riservando le proprie iniziative al mondo dilettantistico, la Polisportiva ottenne buoni risultati a livello provinciale e regionale nel ciclismo, nella ginnastica artistica e nella corsa campestre. È opportuno ricordare che le attività sportive dell’Oratorio si sono sempre proposte di restituire allo sport il suo spirito originario, le sue finalità di sviluppo armonico del corpo e delle abilità fisiche, di educazione alla costanza nell’impegno e alla leale competizione.
Con la costruzione di un palazzetto dello sport nell’ambito delle Opere Giovanili (v.) della parrocchia, nel 1973 si aprirono nuove possibilità per quanti intendevano esercitare attività sportive senza doversi recare a Brescia o in Comuni limitrofi, in un periodo in cui, oltre agli sport tradizionalmente più popolari (come il calcio e il ciclismo), si stava diffondendo l’interesse per altre discipline sportive.
Il palazzetto della parrocchia venne utilizzato per varie attività sportive: pallavolo, pallacanestro, schettinaggio, palestra, tennis. La scuola di Ginnastica artistica (condotta prima da Daniela Perani e poi da Loredana Consoli) nel 1974 ebbe 120 iscrizioni e ben 140 quella di pattinaggio, gestita dall’ex azzurra Giancarla Parigi. La scuola di Judo (animata da Mario Malacchini e dal M° Amedeo Chiesa) nel 1975 ebbe 25 iscritti e 22 quella di pallacanestro, avviata nel 1976 da Cesare Tomasi. Il corso di karate, condotto da Janosich Maggiori, partì con 14 iscritti; e si formarono anche squadre di pallavolo.
Dietro il palazzetto venne realizzato un bocciodromo coperto da un terrazzone per la pista di pattinaggio all’aperto, che fu inaugurato nel febbraio 1974, ma che, essendo stato costruito sopra una sorgiva, nel settembre 1975 fu inondato da due metri d’acqua. Nel 1976 venne risolto il problema e il bocciodromo divenne il regno della bocciofila locale, costituita dal 1966, che cambiava nome a seconda dello sponsor che la finanziava. La parrocchia organizzava anche escursioni in montagna per gli appassionati e sosteneva un gruppo sciistico.
Nel 1975 la Polisportiva, non avendo disponibilità di mezzi né attrezzature né propri locali, cessò la propria attività e le varie attività sportive della parrocchia vennero poste alla diretta dipendenza dei responsabili delle singole sezioni, che insieme formarono la Direzione del Centro Sportivo della Casa del Giovane, all’interno dell’A.N.S.P.I. (Ass. Naz. San Paolo Italia).
Vi erano anche sportivi roncadellesi che seguivano percorsi individuali ottenendo a volte ottimi risultati, come il pilota Bruno Giacomelli, che nel 1978 divenne campione europeo di Formula 2 e poi corse in Formula 1 fino al 1990.
Negli anni ’70 nacquero varie manifestazioni sportive annuali, con numerose adesioni: basti citare la gara podistica delle “5 cascine”; il Cicloraduno, animato da Luigi Della Noce; il torneo di pallavolo “Palio delle Contrade”; il corso di sci e la gara sociale sui campi del Maniva; la gara di bocce “Gran Premio Liberazione”. E nacque un’associazione di Atletica, che coinvolse anche gli amanti dello sci, del rugby e del tamburello e che fu il primo nucleo del nascente Centro Sportivo Comunale, destinato a diventare la più grossa realtà sportiva locale.
Infatti, dal 1973, quando le elezioni comunali furono vinte dalla sinistra, la nuova Amministrazione si preoccupò di dotare il paese di strutture sportive comunali, avendo in gestione solo la palestra scolastica con una pista di atletica, ed un campo da basket. Nel realizzare il parco di via Marconi, vi inserì un pattinodromo e uno spazio per il tamburello. E poco dopo cominciò a realizzare una serie di strutture in via Di Vittorio, raggruppate nel Centro Sportivo Comunale (v.), che dal 1979 vennero utilizzate da un numero crescente di sportivi. Vi confluì il gruppo di Atletica leggera e si costituirono le nuove sezioni di Tamburello, di Calcio, di Bocce, di Tennis, cui si aggiunsero quelle di Rugby, di Sci e di Basket. Nel 1983 venne coinvolto il Gruppo “Lenza” costituito da appassionati di pesca sportiva, in attesa che venisse realizzato il laghetto “Giardinetto” nella ex cava di via S. Giulia.
E quando venne ultimato il Polivalente in via Di Vittorio nel 1989, vi trovarono spazio il Karate e lo Skating Club. Infine, nel 1990, entrarono nel Centro Sportivo Comunale anche le sezioni di Pallamano, di Judo, di Viet Vo Dao.
Per stimolare l’impegno sportivo locale, l’Amministrazione comunale istituì la “Festa dello sport”, che prevedeva la premiazione annuale di quattro sportivi, che si erano distinti per particolari meriti nella gestione, organizzazione o pratica delle diverse discipline sportive. E, mancando una piscina a Roncadelle, dava un contributo economico ai bambini e ragazzi che frequentavano i corsi di nuoto nelle piscine di Comuni limitrofi, organizzati dalle scuole locali.
Negli anni ’80 l’attività sportiva era ormai praticata da gran parte della popolazione locale, con prevalenza di giovani e giovanissimi, sia a livello ricreativo-amatoriale che a livello agonistico.
Le varie organizzazioni sportive locali coprivano una vasta gamma di discipline ginnico-sportive. Per il ciclo elementare, provvedevano a sopperire ad un’evidente carenza della scuola, le società sportive con l’avviamento allo sport di circa 300 bambini (sezione Atletica del C.S.C.R., Skating Club e ANSPI ginnastica). Alla fascia della Scuola Media dava un contributo fondamentale l’impegno e la passione del prof. Guido Colombo, che vi dedicava anche gran parte del suo tempo libero. Quasi tutti i ragazzi si dedicavano ad una (o più) attività sportiva: calcio, pallamano, rugby, basket, pallavolo, atletica, ginnastica, pattinaggio, tennis, judo, sci. La partecipazione era minore tra i giovani (e soprattutto tra le ragazze) della fascia successiva. Tra gli adulti, vi era invece una buona partecipazione, soprattutto maschile.
Nel 1986 c’erano a Roncadelle un migliaio di sportivi effettivi: circa 700 erano iscritti al Centro Sportivo Comunale e circa 400 ad altre associazioni (Ass. Calcio Roncadelle, Skating Club, Ginnastica artistica ANSPI, Judo, Bocciofila Kastel, Calcio AVIS): un risultato eccellente, anche rispetto ai Comuni di uguali dimensioni, e soprattutto un investimento redditizio per la salute e la formazione sociale dei Roncadellesi. Vi erano addirittura due squadre di calcio in campionato (oltre alla brava squadra dell’AVIS) e due bocciofile. E non si può dimenticare l’ippica: quando nel settembre 1986 i sigg. Balzarini misero a disposizione un proprio cavallo di razza (Maria di Scozia) per partecipare alla prima edizione moderna dell’Antico Palio Bresciano, il Comune locale aderì alla gara con scarsa convinzione, ma il fantino Antonio Marrocu seppe conquistare la vittoria per Roncadelle prevalendo su altri nove Comuni partecipanti.
Con il diffondersi della pratica sportiva, arrivarono sempre più numerosi risultati di rilievo, sia in campo provinciale che nazionale e, addirittura, internazionale. Basti citare i piazzamenti ottenuti dal Roncadelle Skating Club, che ogni anno mieteva successi non solo in Italia, ma anche nei campionati europei, soprattutto con la danza in coppia, ad opera di Roberta Panada e Marco Vezzoli, Monica Comini e Alessandro Brodini, Ermida Vezzoli e Silvio Trevisan, Cristina Pedrini e Giulio Facchi, che conquistarono varie Coppe Europa.
Un altro campione di quel periodo è stato Gabriele Sala, che aveva iniziato la sua preparazione di ginnasta nel palazzetto sportivo della parrocchia di Roncadelle a 7 anni; nel 1986 vinse il campionato italiano di Ginnastica a Corpo libero, gareggiando per conto della Ginnastica Brescia diretta dal prof. Guglielmo Bonzi, e partecipò poi alle olimpiadi di Seoul nel 1988, classificandosi al quarto posto, e a quelle di Barcellona nel 1992.
Quando il Giro d’Italia passò da Roncadelle nel giugno 1987, sembrò quasi un riconoscimento all’impegno della comunità locale in campo sportivo.
Nel 1990 venne fondato il G.E.A.R. (Gruppo Escursionisti Alpini Roncadelle) per iniziativa di quattro alpini locali (Del Barba, Fracassi, Leone e Moretti) con l’intento di offrire agli appassionati di montagna la possibilità di effettuare escursioni e di conoscere le tecniche alpinistiche.
Nel 1991 le due squadre di calcio locali si unirono formando un’unica grande società calcistica roncadellese; si trattò di una scelta importante, che permise di superare le vecchie divisioni e di utilizzare meglio le energie sportive presenti sul territorio. Si formò anche una squadra di calcio femminile all’interno della sezione. Oltre a partecipare ai vari campionati di categoria con risultati apprezzabili, la società calcistica ha organizzato anche tornei notturni in paese.
Dal 1994 il “Settembre sportivo”, inizialmente riservata alle sezioni sportive del C.S.C.R. per consentire ai propri tesserati di potersi incontrare e “scontrare” amichevolmente in diverse gare prima della ripresa delle attività, venne aperto al coinvolgimento delle altre associazioni e gruppi di volontariato locali e diventò una vera manifestazione comunitaria con tornei di calcetto, pallavolo e tennis per bambini e adulti, gare di mountain bike, di pesca, di ping-pong e biliardino, di dama e bocce, nonché di torte casalinghe. La manifestazione, che prevedeva l’assegnazione di un “Palio delle Associazioni”, venne arricchita di un contorno culturale e folkloristico, come le commedie dialettali, le serate danzanti, il concorso fotografico, l’esposizione di pittura, i concerti bandistici, i giochi comunitari per le famiglie, la lotteria e la festa con gli anziani alla Casa di Riposo (v.). Nel 1994 furono oltre 400 i partecipanti, che nel 1997 diventarono 687, in rappresentanza di 13 associazioni locali. Nel 1996 il “Settembre Sportivo - Palio delle Associazioni” venne inserito nelle manifestazioni ufficiali patrocinate dall’Assessorato allo Sport della Provincia di Brescia. Fino al 1998, anno in cui l’AVIS (v.) vinse definitivamente il Palio, la manifestazione vide un continuo aumento di interesse al punto di avere più di 800 partecipanti alle competizioni ed un folto pubblico, che seguì calorosamente i vari momenti della manifestazione, con grande soddisfazione degli organizzatori.
Il Palio delle Associazioni, rimesso generosamente in gioco dall’AVIS, riprese nel 2002 limitandosi alle gare sportive e giochi di abilità (calcetto, pallavolo, mountain bike, torte, ping-pong, calciobalilla, dama, bocce, pesca, briscola). Vi aderirono 11 associazioni locali, con iscrizioni aperte a tutti i residenti del Comune dai 7 anni in su; i partecipanti effettivi furono 337, alcuni in più di una gara. E vinse il C.S.C.R., al quale fu destinata la rimanenza di cassa di circa 2.000 euro, che furono donati al Gruppo Missionario Onlus per il sostegno di alcuni studenti in Africa e America Latina.
Nel 2003 il “Palio” si tenne in giugno, in concomitanza con la Festa delle Associazioni promossa dal Gruppo Alpini (v.), AVIS e SARC (v.) per raccogliere fondi destinati alla ristrutturazione dell’Oratorio. Le gare si svolsero nel Parco di via Marconi, eccetto la staffetta e la corsa nei sacchi effettuate in via Roma. Le 15 associazioni partecipanti (con 477 iscrizioni) si sono confrontate in 15 gare e la vittoria è andata al Gruppo Missionario Onlus (v.), che ha potuto così disporre di circa 3.500 euro ricavati dalla sottoscrizione a premi, e destinati ai missionari seguiti dal Gruppo e a due giovani della Banda musicale (v.) che hanno vissuto un’esperienza missionaria in Congo.
Purtroppo quel periodo sportivamente esaltante venne funestato da tragedie, come la tragica morte dei cugini alpinisti Renato e Agostino Martinelli, precipitati nel vuoto mentre stavano scalando le cascate del Pisgana presso Pontedilegno nel marzo 2000.
Nel 2005 alcune ragazze roncadellesi costituirono un’altra società di pallavolo dilettantistica, l’Azzurra Volley, che non trovando spazio nelle palestre locali furono ospitate da don Osvaldo Resconi presso l’Oratorio di Fiumicello, dove coinvolsero altre ragazze ed organizzarono un corso di Minivolley per 22 bambine e bambini. Guidata dalla presidente Tiziana Duina, la società ottenne buoni risultati in campionato e nel 2010 portò a Fiumicello il campionato regionale di serie D.
Mentre centinaia di sportivi locali si allenavano ogni settimana nelle varie specialità, alcuni si distinsero ottenendo grandi risultati in campo nazionale e internazionale. Nel giugno 1995 Giovanni Rodenghi divenne campione del mondo nel tiro al piccione. Il giovane Pietro Mazzetti nel 2003 vinse il campionato europeo di pattinaggio a rotelle in Spagna e si classificò al quarto posto nel campionato mondiale in Argentina; nel 2004, oltre a vincere il campionato italiano, guadagnò il secondo posto ai mondiali in California. Paolo Zammarchi nel 2003 divenne campione italiani di parapendio e nel 2004 campione europeo e vice campione del mondo. Nel 2004 Luca Conforti diventò campione italiano Superstock correndo su moto Yamaha e fu poi tra i protagonisti del Campionato italiano Superbike su Ducati. Dal 2008 si mise in luce la giovanissima Chiara Imeraj nella ginnastica artistica.
L’8 marzo del 2013 Camilla Paolini, che giocava nella Nazionale italiana di Pattinaggio insieme a Chiara Ferrari e Jessica Bosio, venne insignita a Brescia del “Premio Leonessa”, attribuito alle sportive che si sono particolarmente distinte; la Paolini aveva vinto la medaglia d’argento nella gara internazionale di Dance in Francia e si dedicò poi ad insegnare pattinaggio ai bambini.
Negli anni seguenti si misero in luce altri atleti sportivi locali, come la velista Elisa Navoni, i canoisti Giovanni De Gennaro e Stefanie Horn, le pallavoliste Anna Danesi e Alessia Populini, il maratoneta Alessandro Amato, la ginnasta Anna D’Inca, la Judoka Alice Bellandi, il ginnasta Nadir Vicentini.
E non mancava a Roncadelle chi coltivava sport estremi, come Maurizio Angella, che nel 2009 compì in bicicletta il tragitto Roncadelle-Cima dell’Adamello e ritorno in 25 ore; e che portò a termine due volte la gara estrema in tappa unica a Rovaniemi (città di Babbo Natale e capoluogo della Lapponia): nel 2014 percorrendo 150 km a piedi trainando una slitta con il materiale di sopravvivenza; nel 2019 pedalando per 300 km in fat bike con tutto l’occorrente.
Tra i giovani che si sono distinti negli ultimi anni, troviamo Diego Angella, specialista in corse ad alta quota, che ha ottenuto una lunga serie di vittorie nelle gare del circuito trail con la FIDAL; il fighter Paolo Scaglia, classificatosi terzo ai campionati europei dell’arte marziale “Sambo” (autodifesa senza armi).
Ma ci sono anche tante persone, soprattutto anziane, che hanno solo bisogno di un’attività motoria moderata e costante per migliorare il proprio benessere fisico, psichico e sociale. Per cui nel 2018 è partita l’iniziativa “Roncadelle in cammino”, sostenuto dall’Amministrazione comunale, dalla Consulta per la Cittadinanza Attiva e da medici locali. Vi hanno aderito un centinaio di partecipanti, che si vedevano, ogni martedì alle 18,30 da maggio ad ottobre, compiere un percorso di 6 km per le vie del paese (anche fuori dal centro abitato) secondo le proprie capacità, tempi ed energie indossando casacche arancioni o gialle. L’attività del Gruppo di Cammino è stata inserita nell’ambito dell’Attività fisica dell’ATS di Brescia, che ha fornito ai partecipanti delle magliette con la scritta “Camminare valore universale ecologico e salutare”.
Nel 2020 parteciparono alle Olimpiadi di Tokio quattro atleti roncadellesi: Anna Danesi con la squadra italiana di Volley, Giovanni De Gennaro e Stefanie Horn per il Kajak, Alice Bellandi per il Judo. Gli stessi atleti si ripresentarono anche alle successive Olimpiadi di Parigi nel 2024, dove conquistarono ben tre medaglie d’oro, un risultato stellare, che ha premiato il loro grande impegno, ma che vale anche come riconoscimento per la lunga e diffusa dedizione dei Roncadellesi allo sport. Come se non bastasse, nel 2025 Anna Danesi e Alice Bellandi hanno conquistato anche il titolo mondiale nella propria specialità sportiva.
Un altro eccellente risultato è la crescente partecipazione dei cittadini alle varie discipline sportive, perché uno sport praticato e diffuso arricchisce la salute complessiva, fisica e morale, di una comunità.