TERREMOTI

Lunedì, 21 Luglio, 2025 - 10:45
Ufficio: 
Cultura e Sport
Data pubblicazione: 
Lunedì, 21 Luglio, 2025
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Quando la terra tremava, la prima reazione era quella di correre in strada per non rimanere schiacciati o intrappolati dal crollo delle abitazioni o di altre costruzioni. Terminate le scosse, che in genere non duravano più di qualche minuto, si tirava un sospiro di sollievo e ci si permetteva qualche battuta liberatoria. Ma a volte le scosse erano talmente rovinose da provocare vittime. Davanti ai terremoti, ci si sentiva impotenti. E come difesa non rimaneva che la preghiera: come ringraziamento per lo scampato pericolo, venivano celebrate ogni volta funzioni di ringraziamento.

Il Comune di Roncadelle è classificato in Zona sismica 3, ossia come area dove si verificano raramente terremoti con elevata intensità. Ciò corrisponde anche ad un dato storico. Negli ultimi mille anni si sono verificati, in provincia di Brescia, circa 90 fenomeni sismici rovinosi, con intensità pari o superiore a 8 MCS (8° grado della scala Mercalli), la maggior parte dei quali nell’area del Garda. La zona di Brescia e dintorni ne ha subiti pochi, ma a volte devastanti, come risulta dalle cronache d’epoca. Per quanto riguarda Roncadelle, non sono state trasmesse in passato notizie di vittime o danni particolari, se non legate agli straripamenti del Mella (che usciva dall’alveo in occasione dei maggiori terremoti locali), pur ritenendo probabile che alcuni edifici abbiano subito talvolta lesioni anche consistenti per le scosse telluriche, soprattutto dopo il ‘400, quando si cominciò a costruire quasi tutto in pietra e mattoni. Sui terremoti prima del Mille non ci sono state tramandate notizie precise, per cui ripercorriamo brevemente l’ultimo millennio.

Elia Capriolo nelle sue “Storie bresciane” annotò che il giorno di Pasqua del 1060 si verificò un “orribile terremoto” che “commosse tutta la città di Brescia, di maniera che molti paurosi ne vennero fino agli Orzi nuovi”. Inoltre, si ha notizia di terremoti nel Bresciano nel 1051, nel 1064 (forse con intensità 8 MCS), nel 1065, nel 1095, nel 1096, nel 1116, nel 1117, nel 1118, nel 1197. Particolarmente violenti furono quello del 27 marzo 1065 con epicentro Brescia (percepito come 7 MCS) che provocò danni estesi in città, causò crepe e lesioni in diversi castelli e fenomeni di liquefazione del terreno; nonché quello del 3 gennaio 1117, con epicentro nella campagna veronese, che è stato il più forte evento sismico nell’area padana.

Più terribile per Brescia fu il terremoto di Natale 1222 con epicentro a Capriano del Colle (intensità 9 MCS): “Fu chiamato terremoto di Brescia, perché qui ebbe più forza, tanto che i Bresciani usciti dalla città abitavano al di fuori nelle tende, in modo che gli edifici non crollassero sopra di loro. Molte case, torri, castelli dei Bresciani crollarono a causa di quel terremoto. I Bresciani si erano così abituati a quel terremoto che, quando la cima di qualche torre o casa cadeva, guardavano e ridevano clamorosamente” (Salimbene da Parma). Quel sisma causò la morte di un migliaio di abitanti di Brescia (su 9.000). In tale occasione un’inondazione del Mella provocò ingenti danni sul territorio locale.

Altri terremoti si verificarono il 2 aprile 1223, nel 1249, nel 1277, nel 1295, nel 1298, il 18 dicembre 1304, nel 1309, il 14 ottobre 1312, nel 1334, nel 1348, nel 1367, il 26 novembre 1396. Disastri e qualche vittima provocò in città il terremoto del 15 agosto 1471 (con epicentro Brescia), che fu avvertito in tutta la bassa bresciana. Nello stesso secolo si registrarono scosse sismiche nel 1457, nel 1461 (4 giugno), nel 1473 (7 maggio), nel 1475, nel 1477, nel 1478 e nel 1481 (con straripamento del Mella).

Il 26 maggio del 1511 un violento terremoto colpì Brescia e dintorni. Il 18 febbraio 1520 si registrò “un grande terremoto audito per tutto al bressano tempore noctis” (“Cronache” di Benvenuto Brunelli) e uno più lieve il 26 febbraio 1521. A Brescia e dintorni si avvertirono scosse nell’aprile 1523, il 23 marzo 1527 e, soprattutto, il 1° settembre 1540 (con epicentro Brescia). Il 22 agosto 1581 un altro violento terremoto colpì il territorio bresciano, che deve aver causato danni anche al ponte di Roncadelle allora esistente sul Mella, in quanto l’anno successivo venne deliberata la costruzione di un nuovo ponte in pietra.

Il 19 giugno 1601 altre forti scosse a Brescia e dintorni. Il 10 novembre 1615 un “terribilissimo terremoto in Brescia e nel Territorio” in pochi minuti “gettò a terra molti camini e fece aprire diverse case” (“Diari” dei Bianchi), seguito da un’altra scossa più breve il 20 novembre. Gli stessi “Diari” registrarono un terremoto “grandissimo” il 23 marzo 1621, che durò “lo spacio di un Pater Noster così gagliardo che sembrava volesser cadere le case” e un altro terremoto il 6 ottobre 1623, che durò quasi “un’Ave Maria tremando notabilmente le proprie grossissime muraglie”. Il 12 marzo 1661 si avvertirono sette scosse leggere e una violenta a causa di un sisma con epicentro nella bergamasca; mentre il 25 febbraio 1695 si fecero sentire le forti scosse di un terremoto con epicentro ad Asolo.

La pianura bresciana tornò a tremare il 24 ottobre 1706. Nel suo “Compendio storico della città di Brescia”, Andrea Costa raccontò il terremoto del 7 aprile 1747, che fece crollare alcune parti di mura cittadine e un torrione del castello; e quello del marzo-aprile 1774, che provocò danni in città e in vari paesi del Territorio. Del terremoto del 29 maggio 1799 (con epicentro Castenedolo) è rimasta una interessante descrizione di A. Sangervasio: “Resasi l’aria assai pesante, alle ore sette pomeridiane, formossi tutto un istante un vento, che fortemente agitava l’Atmosfera, e preceduta da un cupo spaventoso mormorio sentissi una prima scossa di terremoto; dopo pochi minuti di spaventevole calma un’aria infuocata annunziava la seconda scossa, che all’altra succedette più forte, e terribile. Crollarono varie piccole fabbriche, il terrore occupò tutti i Cittadini, che tremanti e confusi scorrevano desolati le strade, e riempievano l’aria di clamorose e dolenti strida…”.

Il 12 maggio 1802 si verificò un forte terremoto nel Bresciano (intensità 8 MCS) con epicentro valle dell’Oglio, che provocò gravi danni, causò il crollo parziale di metà degli edifici di Orzinuovi e si sentì anche a Brescia con intensità ridotta (5 MCS). Scosse telluriche furono avvertite inoltre nel 1809-10, il 18 dicembre 1811, il 6 settembre 1829 (con epicentro Cremona), il 15 giugno 1832, il 20 aprile 1833, nel febbraio e nel luglio 1834, il 12 giugno 1836. Più pesanti per la città furono i terremoti del 9 agosto 1839 (con epicentro Brescia) e del 5 febbraio 1851 (con epicentro in Valtellina).

Oltre ad una scossa sussultoria verificatasi il 2 maggio 1866, spaventarono le popolazioni locali quelle avvenute nella notte tra il 6 e il 7 giugno 1891, che non provocarono però danni rilevanti. Grande spavento provocarono in città e in gran parte della Provincia le violente scosse del 27 novembre 1894.

Nel XX secolo la città e i suoi dintorni sono stati coinvolti solo marginalmente dagli eventi sismici, che si sono accaniti sulla zona del Garda. È opportuno ricordare, per i sismi più disastrosi dell’ultimo secolo, la generosa disponibilità degli alpini, anche del Gruppo locale.

Nel frattempo, per affrontare e prevenire i sismi sono state introdotte diverse misure legislative ed operative, tra cui la creazione di una rete sismometrica, il Piano Nazionale di Protezione Civile, che definisce le azioni da intraprendere in caso di emergenza sismica; il Piano nazionale per la Prevenzione del rischio sismico, che pone l’accento sulla valutazione del rischio sismico e l’adeguamento antisismico degli edifici, con particolare attenzione alle strutture pubbliche; il Sismabonus, che incentiva gli interventi di protezione sismica degli edifici privati attraverso detrazioni fiscali; le NTC (norme tecniche per le costruzioni) che forniscono le linee guida per la progettazione e la realizzazione di opere edilizie tenendo conto dei rischi sismici; informazioni ai bambini e ragazzi delle scuole e alla popolazione sui comportamenti da adottare in caso di terremoto.

A Roncadelle esiste dal 1987 il C.O.P.C.R. (Centro Operativo Protezione Civile), adeguatamente preparato, oltre che sui rischi idrogeologici, anche per predisporre ed attuare i piani di emergenza necessari in caso di terremoto: procedure di evacuazione, punti di raccolta, modalità di intervento e di soccorso, ecc.

Insieme alle moderne tecniche ingegneristiche e sismologiche, necessarie per prevenzioni e interventi efficaci, anche la conoscenza del passato fornisce qualche indicazione utile sia per affrontare adeguatamente i terremoti che per consentire la salvaguardia del patrimonio storico-artistico esistente.