ORATORIO
Nati come luoghi di preghiera e di formazione cristiana, gli Oratori sono poi divenuti centri di educazione e di svago per la gioventù, svolgendo un’importante funzione di integrazione sociale e di prevenzione della devianza giovanile. L’Oratorio di Roncadelle, pur essendo sorto un po’ in ritardo rispetto a molte altre realtà parrocchiali della diocesi, ha già una lunga storia, costruita dal meritorio impegno di parroci, curati, animatori, catechisti e collaboratori volontari.
Le origini.
Le origini dell’Oratorio di Roncadelle si possono far risalire al Circolo Giovanile o Compagnia di San Luigi, costituita alla fine dell’800 da un gruppo di giovani della parrocchia sotto la guida di don Giuseppe Foglia, curato a Roncadelle dal 1897 al 1921.
Era quello un periodo in cui andava crescendo l’attenzione della Chiesa nei confronti dell’educazione giovanile e si andavano moltiplicando gli Oratori parrocchiali, intesi come luoghi di incontro, di formazione e di ricreazione giovanile. Nella diocesi bresciana si faceva riferimento ad esperienze già collaudate, come quella dei Padri della Pace (che risaliva alla fine del ‘500 e si ricollegava ad un’iniziativa di S. Filippo Neri) e della nuova “Federazione Leone XIII” fondata da Lorenzo Pavanelli per un progetto di educazione integrale del ragazzo. Ma era anche il periodo in cui andavano diffondendosi, col sostegno dello Stato e di vari Comuni, i Ricreatori laici con lo scopo di “raccogliere i giovinetti nei giorni festivi a geniali e utili trattenimenti” volti a migliorare le loro forze fisiche, morali ed intellettuali, in opposizione più o meno dichiarata agli Oratori cattolici.
Quei giovani di Roncadelle si erano impegnati a versare ogni domenica 25 centesimi ciascuno per l’acquisto del vessillo del Circolo, ma si erano soprattutto impegnati a rispettare alcune regole di comportamento morale e devozionale (Comunione mensile, Dottrina settimanale).
Grazie anche alla particolare attenzione del parroco don G. Battista Moricchia verso il movimento cattolico giovanile, andò aumentando in quegli anni l’impegno dei giovani parrocchiani “ammirati anche al centro diocesano per la loro attività”. Nel 1913 era attiva anche una Filodrammatica maschile.
Il vecchio Oratorio
L’apostolato giovanile venne proseguito e ampliato col successivo parroco, don G. Battista Riviera che, con il sostegno di don Giuseppe Bertuzzi (curato a Roncadelle dal 1921 al 1929), acquistò nel 1927 un terreno, posto a sud della chiesa parrocchiale (attuale Casa del Giovane), al fine di realizzarvi l’Oratorio maschile, che venne dedicato a Domenico Savio (1842-57), l’allievo di don Giovanni Bosco, che in quel periodo veniva proposto come modello di vita alla gioventù cattolica. Le ragazze continuarono invece a riunirsi nei locali dell’Asilo infantile, gestito dalle Suore della Sacra Famiglia.
Accanto all’Oratorio, che venne recintato e dotato di un portico, sorsero poi, per volontà del parroco don Giacomo Contessa e di don Luigi Mancini (curato a Roncadelle dal 1929 al 1935), un salone per il teatro e la casa del curato. Con l’occasione, nel 1936, rinacque la Filodrammatica parrocchiale, che seppe divertire per alcuni anni la popolazione locale e quella dei paesi vicini. L’Oratorio tendeva allora a raggruppare attività sportive, catechismo, educazione teatrale, Azione Cattolica giovanile, schola cantorum e doveva trovare il modo di convivere con le istituzioni fasciste, che tendevano a favorire l’Opera Nazionale Balilla per l’educazione della gioventù.
Grazie alle “Cronache” dell’Oratorio, tenute con una certa regolarità dal giovane Gino Sala fino al 1945, siamo in grado di conoscere le varie attività che vi venivano svolte. E apprendiamo che fu don Annibale Canini (curato a Roncadelle dal 1935 al 1938) ad adottare per primo il tesserino delle presenze, il prezioso cartoncino che consentiva l’accesso ai divertimenti dell’Oratorio solo ai ragazzi che avessero partecipato alla Messa e al catechismo.
Nel 1938 la direzione dell’Oratorio passò nelle mani del nuovo curato, don Giovanni Codenotti, che, oltre ad introdurre nuovi svaghi per i giovani, fece costruire tre aule di catechismo sopra il teatro e installare una pompa idraulica all’ingresso dell’Oratorio. E fu lui che cambiò nome all’Oratorio nel 1941 intitolandolo a S. Luigi Gonzaga, del quale fece innalzare una statua in fondo al cortile, proprio di fronte all’entrata, nel settembre 1942.
Luigi Gonzaga, nato a Castiglione delle Stiviere (allora nella diocesi bresciana) nel 1568, era un giovane gesuita di nobile famiglia, morto a soli 23 anni per aver cercato di salvare un appestato a Roma, proclamato santo nel 1726 e “patrono della gioventù cattolica” dal 1926.
La festa di S. Luigi si celebrava alla fine di settembre o ai primi di ottobre, dopo alcune settimane di preparazione ed un “triduo” di preghiera e riflessione con un padre predicatore esterno. La festa prevedeva, dopo la Messa e la Comunione generale, un concerto musicale, i giochi all’Oratorio e una “recita” della Filodrammatica.
L’Oratorio di Roncadelle raggruppava molti giovani e ragazzi (circa 300) e riscuoteva la fiducia delle famiglie. Ogni tanto organizzava gite, serate in allegria, memorabili abbuffate, spettacoli teatrali. Il ricavato della Filodrammatica veniva utilizzato per sistemare gli impianti, per arredare le stanze dell’Oratorio e, talvolta, per consumare insieme una cenetta in allegria. E non mancarono episodi drammatici, come il colpo di rivoltella sfuggito al giovane Giovanni Ballini (volontario nelle forze repubblichine), che ferì alle gambe un ragazzino, Francesco Bortolotti, durante una rappresentazione in teatro, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Il 18 maggio 1944 arrivò il nuovo parroco, don Carlo Vezzoli, che era stato a lungo curato di Villanuova sul Clisi, e cambiarono molte cose. Venne avviata la Messa per i fanciulli, istituita la Commissione catechistica, stampato il Bollettino parrocchiale periodico, fondato il Corpo bandistico parrocchiale, ecc. Ma per i ragazzi la novità più interessante fu l’arrivo del cinema a Roncadelle. Iniziarono infatti dal 28 maggio 1944 le proiezioni domenicali nel salone dell’Oratorio: oltre alle filmine della Storia Sacra, venivano proiettati film comici o di avventura, che appassionavano e coinvolgevano molto i ragazzi, soprattutto nelle scene più movimentate, ed ogni interruzione per cause tecniche veniva accolta da urla e fischi di protesta. Ma non erano questi i soli inconvenienti: nel pomeriggio dell’8 ottobre 1944, durante una proiezione, cominciarono a cadere calcinacci dal soffitto ferendo i giovani Dino Tarana e Giuseppe Bettinzoli. Il salone teatro si dimostrava ormai inadeguato alle necessità, come anche lo spazio per il gioco. Si pensò così ad un nuovo, più spazioso Oratorio.
Il nuovo Oratorio
La parrocchia acquistò dai nobili Guaineri l’ex cavallerizza del castello (già utilizzata dai soldati tedeschi come officina meccanica attrezzata per mezzi militari) con il terreno circostante per la realizzazione di un Cinema-teatro più spazioso, una nuova abitazione per il curato, una sala di ritrovo giovanile, le aule di catechismo e un grande campo sportivo.
L’impegno della parrocchia per sistemare i locali e il terreno di gioco proseguì per alcuni anni. Le offerte per l’Oratorio arrivavano a volte sotto forma di lasciti testamentari, come dalle sorelle Caterina e Rosa Lumini, che destinarono all’Oratorio la considerevole somma di 500.000 lire. Ma furono in molti a lavorare gratuitamente per la realizzazione del nuovo Oratorio: oltre alla preziosa manodopera dei volontari, risultarono molto utili anche gli animali e i mezzi forniti da alcuni proprietari terrieri.
L’inaugurazione, prevista per il Natale del 1947, fu preceduta dal furto della macchina per le proiezioni cinematografiche appena acquistata, di cui l’assicurazione rimborsò solo la metà del valore. Si acquistò allora un’altra macchina usata, al prezzo non indifferente di 400.000 lire, per poter effettuare le proiezioni settimanali, a cui don Carlo teneva molto. La festa dell’inaugurazione fu accompagnata dal primo concerto natalizio della Banda parrocchiale.
Accanto al Cinema-teatro “Aurora” (dotato di 350 posti) furono realizzate le aule di catechismo ed il bar; mentre i locali del vecchio Oratorio vennero in parte affittati al Comune come aule scolastiche ed in parte trasformati in sede del Circolo ACLI, che ebbe come assistente ecclesiastico il curato don Giacomo Pernigo.
Il campo da calcio (lungo 110 metri e largo 45) fu inaugurato nel 1949 e, da allora, molto utilizzato dai ragazzi nel pomeriggio e dai tornei di calcio nelle serate estive. Ma le disgrazie non erano finite: l’11 novembre 1949 un incendio nella cabina di proiezione, scoppiato a causa di una sigaretta accesa incautamente durante l’avvolgimento della pellicola, provocò la morte del giovane Giuseppe Rossi e varie ustioni a Valter Bertoletti. L’episodio suscitò grande commozione in tutta la comunità.
Nel 1951, intorno all’area dell’Oratorio venne completato il muro di cinta, sul quale campeggiavano a caratteri cubitali alcune scritte, come “DIO TI VEDE” o “LA MORTE MA NON PECCATI”, che nei ragazzi faceva una certa impressione. Ma l’opera poteva dirsi completata e l’Oratorio divenne il nuovo centro educativo e ricreativo, dove i ragazzi, dopo gli impegni scolastici, si incontravano, discutevano e socializzavano, ma avevano anche qualche opportunità di riflessione.
Dal 1957, con l’arrivo del curato don Luigi Gandossi, deciso e dinamico, vi furono alcuni cambiamenti. L’abitazione del curato venne ricavata sopra l’androne d’ingresso dell’Oratorio; vi si accedeva da una rampa di scale scoperta, appena all’interno del cortile. Il vecchio edificio del Torchio venne ceduto, non senza polemiche, al partito democristiano, che vi stabilì la propria sede. La gestione del cinema-teatro passò direttamente nelle mani del direttore dell’Oratorio, che nel 1962 vi fece eseguire alcune sistemazioni e rinnovò gli arredi interni. Nel 1957 venne acquistato un televisore (“Geloso”), davanti al quale si radunavano ogni pomeriggio decine di ragazzi per assistere ai loro programmi, che consistevano per lo più in telefilm a episodi di produzione americana.
Trasformazioni
Negli anni Sessanta l’Oratorio si andò aprendo anche alla gioventù femminile e vide aumentare la partecipazione giovanile, arrivando a circa 800 presenze abituali.
Con l‘arrivo del curato don Franco Bettinsoli nel 1966, la casa del curato venne ristrutturata e la scala d’accesso fu realizzata al coperto. Oltre a stimolare le attività sportive, don Franco animò gruppi d’impegno giovanili, propose frequenti momenti di socializzazione, di discussione, di preghiera. La sua figura gioviale, aperta, attiva, disponibile conquistò molti Roncadellesi. Egli parlava con tutti, amava ridere e scherzare, entrava in tutte le case e, se trovava la porta chiusa, passava dalla finestra (come è accaduto). Imparò ad usare la bicicletta (mezzo sconosciuto in montagna, da dove egli proveniva) esercitandosi nel campo dell’Oratorio.
A gestire le attività sportive era allora l’USO (Unione Sportiva Oratorio), poi trasformata in Polisportiva, che organizzava tornei notturni di calcio, corse ciclistiche per esordienti e allievi, giochi della gioventù, gite sciistiche, attività di palestra, cacce al tesoro, ecc. Pur riservando le proprie iniziative al mondo dilettantistico, la Polisportiva ottenne buoni risultati a livello provinciale e regionale nel ciclismo e nella ginnastica artistica. È comunque opportuno ricordare che le attività sportive dell’Oratorio si sono sempre proposte di restituire allo sport il suo spirito originario, le sue finalità di sviluppo armonico del corpo e delle abilità fisiche, di educazione alla costanza nell’impegno e alla leale competizione.
In quel periodo l’ondata laicizzante e contestatrice, favorita anche dalle aperture conciliari, mise in crisi le tradizionali associazioni cattoliche e comportò la ricerca di nuove formule educative ed organizzative. Nacquero nuovi gruppi d’impegno, più snelli e vivaci, dove ogni partecipante poteva esprimersi liberamente e far valere le proprie capacità e i propri carismi: il gruppo del Vangelo, il gruppo della Carità, il gruppo dei Responsabili (catechisti ed educatori), che si proponevano la conoscenza della Parola evangelica, il rinnovamento della Liturgia, la pratica della Solidarietà. Alcuni giovani, stimolati anche dalle aperture conciliari, invocavano una nuova liberazione e auspicavano una Chiesa meno centralista, meno clericale, meno dogmatica, meno maschilista e più profetica. E trovarono nell’Oratorio un ambiente aperto al confronto, dove discutere qualsiasi idea e trovare un impegno concreto a favore degli altri. Tra i ragazzi dell’Oratorio vi erano anche personaggi destinati alla ribalta nazionale, come Bruno Giacomelli, diventato pilota di F1, e Gian Franco Rolfi, campione nel popolare programma televisivo “Rischiatutto”, divenuto poi sacerdote.
Ai giovani dedicò grande attenzione anche don Amilcare Gatelli, parroco a Roncadelle dal 1967 al 1998. Oltre ad istituire una messa domenicale per la gioventù, organizzò corsi di cultura, sostenne il turismo giovanile e il gruppo studentesco RAS, preparò rappresentazioni teatrali e balletti (le cosiddette “riviste”), che coinvolsero decine di ragazze e ragazzi. Sorsero quindi un gruppo artistico teatrale, un gruppo scout, un gruppo missionario, un gruppo per la raccolta della carta e del ferro, un gruppo di giovani sposi, ecc. Ma la maggior realizzazione di quel periodo, che assorbì molte energie della parrocchia, furono le Opere Giovanili, nuove strutture finalizzate alla formazione e alla ricreazione della gioventù locale. La Casa del Giovane, che sembrava dovesse sostituire l’Oratorio in alcune funzioni, fu costruita proprio nell’area del primo Oratorio, a sud della chiesa parrocchiale.
Per quanto riguarda le attività sportive dell’Oratorio, nel 1975 sorse la Lega Giovanile Calcio USOR e venne allargato il campo sportivo per renderlo adatto alle squadre di 11 giocatori. Dopo che l’Amministrazione comunale ebbe realizzato proprie strutture sportive e costituito proprie associazioni nei vari settori dello sport, le attività sportive dell’Oratorio finirono per confluire nella nuova Polisportiva per non disperdere energie. Ne guadagnò la qualità dei servizi sportivi e vennero superati vecchi steccati ideologici, con vantaggio per tutta la comunità locale.
Dopo la gestione di don Santo Chiapparini, curato a Roncadelle dal 1976 al 1982, che si impegnò per trovare formule educative nuove in una società sempre più frastornata dal consumismo e dall’individualismo, l’Oratorio venne guidato per ben 17 anni da don Osvaldo Resconi, che ha lasciato un’impronta indelebile in molti giovani della parrocchia. Dinamico e giovanile, don Osvaldo ha saputo rilanciare le iniziative oratoriali puntando su un ben definito progetto educativo, basato sulla formazione globale del giovane. Le iniziative dell’Oratorio furono volte ad arricchire l’umanità e la personalità di ognuno, a liberare dai condizionamenti nocivi, a prendere coscienza del vero senso della vita, a proporre la Buona Novella. Venne avviata una scuola di formazione per animatori dell’Oratorio e si organizzarono diverse attività, che riuscirono in breve tempo a rivitalizzare l’ambiente e a renderlo un punto di riferimento per i giovani. Vennero affrontate nuove sfide, tra cui la diffusione della droga tra i giovanissimi di Roncadelle.
Vedendo i palpabili risultati delle iniziative nel settore giovanile, il parroco don Amilcare Gatelli, dopo qualche resistenza dovuta all’entità dei costi per rinnovare i locali della ormai vecchia struttura, decise di affrontare nuovi debiti, contando anche sul contributo della comunità locale, che rispose con generosità. Dal 1985 l’edificio venne così in gran parte trasformato, adibendo il piano terra al gioco e al divertimento; il primo piano agli incontri, alla catechesi, alla riflessione; l’ultimo piano all’abitazione del curato, all’accoglienza e alla “stamperia” del Bollettino parrocchiale. Anche il cinema, dichiarato inagibile in seguito all’emanazione di nuove norme di prevenzione infortunistica, dovette essere ristrutturato e, con l’occasione, si realizzarono anche nuovi spogliatoi per gli sportivi ed altri locali utili.
L’Oratorio si è proposto sempre più come luogo di incontro, di riflessione, di esperienza e di crescita umana e cristiana, nonché come realtà aperta e impegnata nella comunità locale. Alcuni giovani dell’Oratorio sono diventati responsabili di partito e amministratori comunali in realtà politiche diverse (come auspicavano alcuni giovani parrocchiani già dai primi anni ’70). Oltre alle iniziative strettamente formative, vi si organizzarono nuove attività ricreative, divenute poi appuntamenti fissi nella comunità locale: dall’esperienza del Grest ai campi estivi; dalla sfilata di Carnevale alla gara canora della Roncola d’oro, dal Palio delle Contrade ai “Memorial” in ricordo di alcuni personaggi locali. In Oratorio sono emerse figure importanti del volontariato locale e persino alcuni sacerdoti.
Nel 2000 il nuovo parroco don Eugenio Panelli avviò una nuova ristrutturazione dell’Oratorio sia per fronteggiare alcuni cedimenti strutturali, sia per renderlo più funzionale e dotato di nuove opportunità. Si procedette così all’ampliamento del bar, alla creazione di nuovi spazi per le associazioni parrocchiali, per la segreteria, per incontri e conferenze, oltre che di un campo da calcio più funzionale e una piastra polivalente per basket, pallavolo e calcetto, nonché di una gradinata.
In considerazione della sua preziosa attività educativa nei confronti dei giovani, gli Oratori hanno ricevuto negli ultimi decenni aiuti finanziari pubblici ed esenzioni fiscali, che ne hanno agevolato l’esercizio. Al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni politiche, si può convenire che si tratta di un riconoscimento dell’importante funzione sociale svolta dagli Oratori e di un opportuno tentativo di rilancio. Basta infatti chiedersi che cosa sarebbe la nostra società senza la presenza degli Oratori e quali costi dovrebbero sostenere, in termini economici e socio-assistenziali, lo Stato e gli enti pubblici locali, per rendersi conto di quanta riconoscenza debba la comunità a queste realtà educative e ricreative.