GRUPPO ALPINI

Il Corpo degli Alpini, fondato nel 1872 per difendere i nuovi confini del Regno d’Italia, ha dato un notevole contributo di sangue e di sofferenze combattendo nelle varie spedizioni militari, spesso con equipaggiamenti inadeguati. Raffigurato dal caratteristico cappello con la penna nera e dalla tradizionale compagnia del mulo, simbolo di paziente docilità nel portare grandi pesi a grandi altezze, l’alpino è apprezzato da tutti per la grande umanità e i valori che incarna.
Quanti hanno combattuto nel Corpo degli Alpini o vi hanno semplicemente svolto il servizio militare, spesso si sono sentiti parte di una “grande famiglia” e hanno cercato di prolungare un’esperienza che li ha segnati, mantenendo vivo non soltanto l’amore per la montagna, le tradizioni e la cultura che ne derivano, ma anche quei sentimenti di fratellanza, cameratismo e solidarietà che caratterizzano da sempre gli alpini, spingendoli a rendersi disponibili ed utili alla comunità.
L’A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini), fondata nel 1919 a Milano da un gruppo di reduci della “grande guerra” animati dall’aspettativa di una società migliore e da allora organizza Adunate nazionali degli alpini (innaffiate da abbondante vino). Rinata nel 1946 a Milano, trent’anni dopo contava 245.000 soci, la maggior parte dei quali non aveva fatto la guerra e cercava il modo di fare qualche cosa di utile.
Il Gruppo Alpini di Roncadelle è nato nel giugno 1957 come una grande festa, allietata dalla presenza dei Gruppi vicini, fra i quali gli Alpini di Gussago con il loro asinello, che portava una piccola damigiana sul basto. Per l’occasione, l’artista Italo Comini fece dono al Gruppo di un grande quadro raffigurante un alpino che porta sulle sue spalle il mulo e il suo pezzo d’artiglieria.
Il primo capogruppo è stato Vincenzo Del Barba, sostituito nel 1962 da Giuseppe Berardi (detto Pepo), che lo guidò per 33 anni, dedicandosi anima e corpo al Gruppo, che cominciò a prendere consistenza, ad avere una sua identità, a prendere coscienza dei valori ricevuti durante il servizio militare, animato dal desiderio di fare, di fare bene e di fare del bene.
In più occasioni venne ricordata la leggendaria battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943, che diede una svolta alla tragica Campagna di Russia, alla quale parteciparono anche molti alpini di Roncadelle, lasciandovi tre caduti. E venivano commemorati gli alpini “che sono andati avanti”.
Il 25 maggio del 1975 venne inaugurato il monumento agli Alpini davanti alla chiesa (poi spostato di fianco alla Casa dell’Alpino) con la scritta “PERCHÉ VIVA IL RICORDO DEI NOSTRI ALPINI”.
Dal 6 maggio 1976 (terremoto nel Friuli) gli alpini si sono impegnati nelle operazioni di soccorso e ricostruzione in occasione delle grandi catastrofi naturali, partecipando al Gruppo Protezione Civile della Sezione A.N.A. di Brescia, seguendo il motto “Onorare i morti pensando ai vivi”.
Nel 1983 gli Alpini della Sezione di Brescia costruirono la Scuola per spastici e miodistrofici “Nikolajewka”, cui anche il Gruppo di Roncadelle ha sempre dato un contributo.
Nel 1989, da una sinergia tra il Gruppo Alpini e l’A.V.I.S. locale (v.), nacque il S.A.R. (Soccorso Ambulanza Roncadelle), poi diventato, con l’estensione del servizio a Castelmella, S.A.R.C. (v.), il cui primo presidente fu il socio alpino Mario Vinati.
Nel 1990 alcuni alpini appassionati di montagna (Del Barba, Fracassi, Leone, Moretti) diedero vita al G.E.A.R. (Gruppo Escursionisti Alpini Roncadelle).
Ma il Gruppo aveva un sogno: quello di avere una Casa e, grazie ad una convenzione con l’Amministrazione comunale, riuscì a realizzarlo. Ebbe infatti in assegnazione un’area nel parco delle Montagnette, impegnandosi a tener curato il parco con periodiche pulizie e tagli erba. E il 5 settembre 1993 venne posata la prima pietra della Casa, con una pergamena contenente l’elenco dei soci. A sostegno del portichetto sulla facciata vennero poste le tre colonne in pietra recuperate dall’abbattimento dell’antica cascina Turlini. E il 18 giugno 1995 la Casa venne inaugurata con la presenza di mons. Manziana, vescovo emerito di Crema.
Il capogruppo Berardi, deceduto pochi mesi prima, venne sostituito da Luigi Martinelli, “persona riservata e schiva, di grande cuore, che antepone i fatti alle parole e la concretezza alla teoria”, come scrisse G. Franco Mannatrizio sull’opuscolo stampato in occasione dell’Adunata Sezionale del 2002, che si svolse a Roncadelle il 9 giugno di quell’anno. Preceduta da varie manifestazioni (cori, concerto bandistico, proiezioni, mostra di cartoline alpine, fiaccolata per gli alpini defunti), quell’Adunata vide la partecipazione dei Gruppi alpini della Terra Bresciana in una grande sfilata che, partendo da piazza Nikolajewka, al cui centro era stata posata una piastra in bronzo con gli stemmi dell’ARMIR e delle tre Divisioni alpine, commemorò padre Ottorino Marcolini (1897-1978) con un medaglione raffigurante la sua effige e attraversò le vie del paese per concludersi al parco delle Montagnette.
Nel 2007 il Gruppo di Roncadelle, con i suoi 205 soci (alpini e aggregati), ha festeggiato i 50 anni di vita ribadendo il suo impegno a rispondere sempre “Presente!”, anche quando l’impresa dovesse apparire ardua e faticosa. Quando, nel 2012, l’A.N.A. si impegnò a costruire un asilo infantile nella cittadina russa di Rossosch, dove nel 1942 sorgeva il comando del Corpo d’Armata alpino, parteciparono alla spedizione 721 volontari italiani (tra cui il capogruppo di Roncadelle).
Nel 2022, a 150 anni dalla fondazione del Corpo, è stata istituita la “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini” per ricordare l’eroismo dimostrato nella battaglia di Nikolajewka e promuovere “i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale, nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato che gli alpini incarnano”.
Durante tutta la sua storia, il Gruppo di Roncadelle ha svolto diversi impegni di solidarietà verso gli anziani, le scuole, la parrocchia e tutta la comunità locale collaborando con le altre associazioni di volontariato. In particolare, oltre alle iniziative già citate, ricordiamo il pranzo annuale offerto agli ospiti della Casa di Riposo “Berardi Manzoni” e il dono agli stessi di un’autovettura attrezzata (in collaborazione con il “Mercatino del tempo che fu”); le raccolte di derrate alimentari non deperibili per i meno abbienti presso il centro commerciale “Le Rondinelle”; la consegna giornaliera dei pasti a domicilio per i non autosufficienti; la custodia notturna alla Mostra di Arte Sacra del 1997; il sostegno pecuniario al “Vomere” di Travagliato, ai “Girasoli” del villaggio Violino e ad alcune missioni in Africa e in America Latina; gli interventi presso le scuole locali per sensibilizzare i ragazzi su alcuni valori (quali Patria e Solidarietà); le castagnate e “la Santa Lucia” ai bambini delle scuole materne di Roncadelle e Onzato; nonché il vino brülé offerto a Natale dopo la Messa di mezzanotte.
Gli alpini di Roncadelle hanno saputo farsi apprezzare perché sempre pronti a rispondere ad ogni richiesta, a partecipare alle varie manifestazioni locali, ad organizzare incontri eno-gastronomici utili per gioire insieme del bene fatto, per preparare nuove iniziative e per riscaldare i cuori.