GEMELLAGGIO

Lunedì, 28 Luglio, 2025 - 11:30
Ufficio: 
Cultura e Sport
Data pubblicazione: 
Lunedì, 28 Luglio, 2025
Area Tematica: 

Dal 2007 il Comune di Roncadelle è gemellato con la città bosniaca di Zavidovici.

 

Zavidovici è una cittadina di oltre 40.000 abitanti, situata a circa 150 km a nord di Sarajevo in una zona della Bosnia-Erzegovina completamente avvolta da boschi e foreste. Il Comune di Zavidovici ha una superficie di 556 kmq, che raggruppa 57 località. Nel suo territorio scorrono i fiumi Bosna (che dà il nome al Paese), Krivaja (teatro di competizioni sportive in uno scenario selvaggio) e Gostovici (ricco di trote e di cascate). L’industria principale è la “Krivaja”, che si occupa di lavorazione del legno e dà lavoro a migliaia di persone.

Zavidovici è stata colpita duramente dalla guerra che ha insanguinato l’ex Jugoslavia nei primi anni ’90. In quel periodo, alcuni ragazzi di Zavidovici, che erano venuti a lavorare in provincia di Brescia, fecero la conoscenza di un gruppo di pacifisti locali riuniti nel Coordinamento Bresciano Iniziative di Solidarietà e, insieme a loro, si impegnarono a mandare convogli umanitari alla cittadina assediata e ad ospitare bambini e vedove sottratti alla guerra.

Questa bella storia di solidarietà venne tragicamente colpita il 29 maggio 1993, quando uno dei convogli umanitari organizzati da Brescia venne attaccato presso Gornj Vakuf da un gruppo di militari bosniaci irregolari. I volontari Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni furono uccisi, mentre il roncadellese Agostino Zanotti riuscì fortunosamente a salvarsi.

Dopo gli accordi di pace di Dayton (21 novembre 1995), che misero fine alla guerra in Bosnia, i pacifisti bresciani continuarono il lavoro di cooperazione con la Bosnia coinvolgendo sia l’Associazione dei Comuni Bresciani che la Provincia di Brescia. Nell’aprile 1997 venne inaugurata a Zavidovici l’Ambasciata della Democrazia Locale, sostenuta dal Consiglio d’Europa, che ospitava una delegazione bresciana permanente e metteva in comunicazione le comunità locali interessate (Brescia, Cremona, Alba) in uno sforzo comune di ricostruzione e sostegno al dialogo interetnico. Così, finita la fase dell’emergenza e degli aiuti umanitari, a Zavidovici si cominciarono ad organizzare scambi scolastici (in particolare con l’istituto Moretto di Brescia), gare sportive (“Vivicittà” sostenuto dall’UISP bresciano), progetti nei settori della sanità e dell’economia (Ente Fiera Montichiari) e proposte turistiche.

Per rinsaldare i rapporti tra i Comuni di Roncadelle e di Zavidovici e dare un respiro più ampio alla loro ormai decennale collaborazione, anche in vista di una futura coesistenza nell’Unione Europea, nacque l’idea del gemellaggio, fatta propria dal sindaco Michele Orlando. E nell’aprile 2007 partì da Roncadelle un pullman con delegazioni dell’Amministrazione comunale, del Consiglio comunale Ragazzi con tre insegnanti, delle associazioni di volontariato locale e, naturalmente, con Agostino Zanotti, vero e proprio organizzatore dell’evento. Il 21 aprile i sindaci dei due Comuni firmarono l’Atto di Gemellaggio e, pochi mesi dopo, una delegazione bosniaca ricambiò la visita ufficiale.

Da allora sono proseguiti gli scambi e i momenti di incontro tra le due realtà, con visite guidate e gare sportive. Nell’ottobre 2017 un’altra folta delegazione roncadellese, guidata dal sindaco Damiano Spada, ha voluto rinnovare, rivitalizzare e consolidate il patto di gemellaggio recandosi a Zavidovici. In tale occasione, una rappresentante del S.A.R.C. ha consegnato all’ospedale di Zavidovici materiale utile al pronto soccorso e annunciato l’invio di un’ambulanza in dono.

L’impegno dell’Amministrazione comunale di Roncadelle è ora quello di continuare a promuovere tutte le iniziative possibili al fine di favorire e rafforzare le relazioni umane e culturali tra le due realtà, dentro una visione, che Agostino Zanotti riassume così: “Credo che l’umanità abbia solo una strada sulla quale costruire il proprio futuro ed è quello della convivenza, della Pace, della giustizia sociale, della fratellanza. Guardare l’altro come amico e non come nemico è il presupposto per costruire ponti di amicizia, quei ponti che la guerra in Bosnia, come tutte le guerre, distruggono”.