CENTRO SOCIALE

Il Centro sociale è una struttura di 340 mq coperti e 200 di porticato, costruita in un’area di quasi 4.000 mq, in via don Carlo Vezzoli, su progetto degli arch. Alessandro Navarini e Fabrizio Veronesi. L’edificio, ultimato nel marzo 1989, è composto da un locale centrale con servizio bar, una sala per proiezioni e conferenze, due mini appartamenti, un salottino, una sala ristoro che può ospitare fino a 20 persone, una cucina e i servizi. All’esterno si sono ricavati due campi per il gioco delle bocce e uno spazio aperto pavimentato per eventuali manifestazioni.
Il Centro Sociale Anziani fu fortemente voluto da un gruppo di pensionati e dall’Amministrazione comunale di Roncadelle, che ne deliberò la costruzione come spazio autonomo di aggregazione e di iniziative per gli anziani (v.). Ma ci si propose subito di non farne un luogo di segregazione volontaria. Infatti, nell’art. 2 dello Statuto, approvato dal Consiglio Comunale, venne evidenziato come primo obiettivo il contrasto all’isolamento e all’emarginazione dell’anziano. Un altro intento era quello di “favorire la saldatura fra le varie generazioni”, ossia superare la frattura che si crea spesso tra giovani e vecchi. Nella stessa denominazione del Centro venne fatta scomparire la parola “anziani” dai pensionati che lo inaugurarono. Nato come associazione di fatto, autogestita, con piena titolarità nel definire e gestire le proprie attività e iniziative, il Centro Sociale si propose, sin dall’inizio, come luogo di incontro, di ricreazione e di quiete aperto a tutti. E, per evitare possibili alterchi di carattere politico-ideologico, che potevano degenerare o creare comunque fratture tra i soci, venne proibito l’ingresso a giornali e comunicati di partito o di carattere religioso. Inoltre, ci si preoccupò di non fare del Centro un semplice bar, dove andare a giocare a carte o a bocce.
Dopo un primo Comitato provvisorio, che provvide alla sistemazione dei locali e delle necessarie incombenze burocratiche, e dopo una visita ai Centri Sociali di Bologna e di Modena da parte di un centinaio di anziani roncadellesi, venne finalmente inaugurata la nuova struttura nell’aprile 1989 e la nuova associazione che poteva già vantare 288 iscritti.
Potevano iscriversi al Centro Sociale, versando una piccola quota, le persone sopra i 50 anni e gli invalidi senza limiti di età. In base allo Statuto, il Consiglio di Gestione era composto dall’assessore ai Servizi Sociali (membro di diritto) e da 13 soci eletti, di cui 5 sotto i 60 anni e 8 ultrasessantenni. Nelle prime elezioni, celebrate il 27 maggio 1989, gli iscritti elessero il Consiglio di Gestione, che scelse al suo interno il presidente. Il primo presidente fu Domenico Singia. Successivamente il Centro Sociale fu guidato da Mario Brodini, da Lina Spagnoli, da Giuseppe Ragni.
Per conseguire i propri obiettivi, lo Statuto prevedeva un programma di iniziative ampio e variegato: dalle attività di carattere ricreativo, sociale e culturale, al lavoro dei soci, considerato momento di aggregazione e di socializzazione. Si formarono quindi gruppi di lavoro per la manutenzione del Centro, per i rapporti con le scuole locali, per le attività ricreative, per l’informazione e per i rapporti con i servizi sociali del paese. Vennero avviate così varie iniziative, alcune delle quali sono diventate ormai tradizioni. Basti citare le vacanze al mare, al lago e in montagna per gli anziani e le loro famiglie; la Tombolata mensile (poi diventata quindicinale); le gite turistiche; le gare di bocce, di briscola, di ramino; la settimana di S. Lucia; un pomeriggio alla Casa di Riposo (v.) con musica, balli, giochi; il pranzo natalizio; Pasqua al mare. Inoltre, ogni anno si pubblicava un bollettino informativo delle attività svolte e di quelle in programma.
Il Centro Sociale ha saputo anche privarsi di alcuni spazi per metterli a disposizione di gruppi e associazioni locali e presta volentieri la sala conferenze per riunioni e assemblee varie, nonché per iniziative culturali organizzate da altre associazioni. È diventato ormai un prezioso riferimento sia per molti anziani che per la comunità locale.