Il Sindaco Orlando scrive al Ministro Tremonti: cambiate il Patto di Stabilità

“Un Patto di Stabilità che impone ai comuni virtuosi e con i conti in ordine un limite alle spese a prescindere dalle risorse disponibili è un Patto che non ha senso, è difficile da capire e anche da spiegare ai cittadini”. Questa in estrema sintesi la motivazione che ha portato il sindaco Michele Orlando a scrivere al Ministro delle Finanze Giulio Tremonti una lettera dettagliata per condividere alcune riflessioni sul Patto di Stabilità vigente e sulle conseguenza che sta producendo sugli enti locali. La lettera, costruttiva e riflessiva come si conviene in un rapporto inter-istituzionale, parte dalla descrizione della realtà roncadellese. Il bilancio corrente si aggira intorno ai 7 milioni di Euro e da anni in effetti può essere definito un bilancio robusto e con i conti a posto. “Abbiamo le risorse per garantire diversi e qualificati servizi ai cittadini – scrive il sindaco Michele Orlando - abbiamo la forza di sostenere investimenti anche nel lungo periodo, non applichiamo gli oneri nella parte corrente, ogni anno si realizza un fisiologico avanzo di amministrazione che puntualmente reinvestiamo in manutenzioni o riqualificazioni; insomma, una gestione sana, che non produce deficit, che non accumula debiti, e che, ne sono convinto, già di per sé è un utile contributo a mantenere in ordine i conti della pubblica amministrazione italiana”. Ma tutto ciò non basta per rispettare il Patto di Stabilità. Nel 2008, ad esempio, il comune ha dovuto rinviare i pagamenti degli ultimi 4 mesi dell’anno e questo consentì di raggiungere l’obiettivo. Facile capire però che nel 2009 (che da quel punto di vista, quindi, è stato un anno di 16 mesi e non di 12) l’obiettivo non sarebbe stato centrato. E così è stato, anche a causa di alcuni investimenti improcrastinabili che sono stati fatti. “Ma anche su questo – continua il sindaco di Roncadelle – non credo di aver agito male: dopo aver accumulato (negli esercizi precedenti o attraverso avanzi economici e di amministrazione) le risorse necessarie, nel 2009 le abbiamo semplicemente investite. Non ci siamo indebitati in modo tale da mettere a rischio la stabilità dell’ente, non abbiamo fatto il passo più lungo della gamba: con la diligenza del buon padre di famiglia abbiamo deciso di mettere da parte gradualmente delle risorse, per poi investirle in opere pubbliche”. Il non rispetto del Patto sottopone il Comune alle conseguenze delle sanzioni nel 2010 che, se possibile, sono ancora più illogiche del Patto stesso. “Dover ridurre in modo significativo le spese correnti – si legge ancora nella lettera – rischia di compromettere la qualità, per noi decisamente elevata, dei servizi garantiti ai cittadini. E la cosa più incomprensibile è che quelle risorse ci sono. Non ci fossero, capirei che qualcuno mi imponga di tagliare le spese, ma ci sono; per questo mi riesce davvero difficilmente spiegabile la logica sottesa ad un provvedimento del genere”. Fin qui l’analisi della situazione; la lettera si conclude con tre proposte semplici e chiare: con la prima il sindaco di Roncadelle Michele Orlando chiede “di considerare la possibilità di annullare le sanzioni previste per quei comuni che nel 2009 non abbiano rispettato il Patto di Stabilità, a condizione però che presentino un bilancio sano, con i conti in ordine”, anche alla luce della difficile situazione economica; con la seconda invita il Ministro Tremonti “a considerare una impostazione più logica e comprensibile del Patto per lasciare più liberi gli enti di investire come ritengono le risorse a disposizione e per penalizzare solo chi lo merita. Basterebbe una norma semplice e molto sintetica: non è consentito spendere un euro in più rispetto a quelli che si hanno a disposizione (ho 10, spendo 10; ho 100, spendo 100) e gli investimenti attraverso mutui possono essere fatti solo dagli enti che dimostrano di essere in grado di sostenere il costo degli ammortamenti nel lungo periodo. Chi rispetta queste semplici norme è a posto, chi non le rispetta sarà soggetto a sanzioni”; infine una proposta-provocazione: “per sanare i conti dello Stato (obiettivo assolutamente condivisibile) tagliate pure un po’ di più i trasferimenti, ma poi lasciate liberi i comuni con i conti in ordine di gestire le risorse che hanno a disposizione come meglio ritengono (con una logica che mi pare maggiormente rispettosa del concetto di federalismo a cui tutti crediamo)”. Il concetto è chiaro, le richieste anche; e con tutta probabilità condivise da un gran numero di amministratori locali. Dal Ministro Tremonti arriveranno risposte coerenti?
Ufficio: 
Segreteria
Data pubblicazione: 
Martedì, 19 Gennaio, 2010