Giuspatronato

Nel proprio testamento dell'11 marzo 1515, Gerolamo Porcellaga aveva disposto che i suoi eredi provvedessero a designare in perpetuo un sacerdote, amovibile a loro beneplacito, nella chiesa di S. Bernardino in Roncadelle utilizzando per il suo mantenimento una parte dell'affitto annuo ricavato da una sua proprietà. 

All'istituzione del giuspatronato provvidero di buon grado, anche per venire incontro alle richieste della popolazione locale, i Porcellaga che avevano interessi diretti a Roncadelle, vale a dire Gian Francesco (proprietario del castello) e i cugini Gian Battista e Gian Luigi. Nel 1531 essi versarono la somma di 600 lire al patrizio veneto don Filippo Donati, evidentemente investito del beneficio ecclesiastico relativo alla chiesa di S. Bernardino, provvidero ad ampliare l'edificio, che venne dotato di campanile, e ad abbellirlo, chiamando il Romanino ad affrescarlo. E soprattutto cominciarono a scegliere un curato, che si stabilì a Roncadelle con l'obbligo di alcune celebrazioni annue per i patroni e della cura spirituale dei fedeli. Il curato era mantenuto in parte (24 lire) dai patroni e per il resto dai contributi fissi dei fedeli. 

Verso la fine del '500 il contributo dei Porcellaga, portato a 100 lire annue, si dimostrò insufficiente ai bisogni e nel 1604 i patroni ridefinirono, davanti al vicario del vescovo, le condizioni del giuspatronato aumentando gli obbighi di celebrazioni sacre del curato e portando la quota a loro carico a 250 lire, purchè la titolarità del diritto venisse loro riconfermata. I fedeli continuarono a contribuire al mantenimento del loro curato con una somma complessiva equivalente a quella dei patroni, nonostante gran parte di loro vivesse ai limiti della sussistenza; alla fine del '600 il gravoso impegno della popolazione venne alleggerito da un lascito (500 scudi) di don Faustino Agosti a favore della chiesa di S. Bernardino. 

Dal 1733 al 1743 non venne nominato il curato, poichè il diritto di patronato era conteso da tre famiglie nobiliari discendenti dai Porcellaga. La controversia si risolse infine a favore dei Martinengo Colleoni, proprietari del castello di Roncadelle, e tale diritto si trasmise, insieme alle proprietà locali, ai loro eredi e poi ai Guaineri, che vi rinunciarono nella prima metà del '900.

Data pubblicazione: 
Venerdì, 27 Marzo, 2015